Motu proprio Granducale del 16 Novembre 2020
Ottaviano de’Medici di Toscana
Per grazia di Dio e della Sede Apostolica, Granduca di Toscana Titolare &tc.
Non essendovi dubbio alcuno che il più grave male e più spaventevole che possa avvenire agli uomini in questa vita mortale sia la Pestilenza, la quale da per tutto barbaramente discorrendo, ne a sesso, ne ad età ne a condizione perdonando, ogni cosa riempie di strage, di rovina, di desolazione, e di morte; e tanti, e così vari, e terribili effetti produce, che non una sola atrocissima disavventura, ma un accoppiamento ed un complesso di tutti i mali più crudeli si può a buona ragione appellare;
Avendo per la qual cosa con saggio avvedimento adoperato coloro, che essendosi ritrovati in quei lacrimevoli tempi, ne quali con gli occhi propri hanno veduto il fiero aspetto del Contagio, hanno scritto e tramandato alla memoria de posteri una sincera e diligente notizia di tutto ciò che è stato divisato per resistere alla fierezza di questo male, affinché nei tempi avvenire si sarebbero potuti ritrovare “ajuti” e rimedi per opporsi ad esso vigorosamente, con prospero esito e fortunato;
Volendo Noi riverire la memoria del Nostro Avo il Granduca Ferdinando II de’ Medici di Toscana, il quale commissionò la “Relazione del Contagio stato in Firenze nell’anno Domini 1630 e 1633”, .. “per conoscere per un’altra volta quello che si deve fuggire”, ovvero “acciochè restasse una memoria della Misericordia che Iddio, per l’intercessione della Vergine, aveva dimostrato verso i Fiorentini, poiché non vi era stato allora in Italia alcun luogo che avesse patito meno di Firenze”, dove infatti mori di contagio solo il quindici percento della Popolazione, mentre altrove in altri stati fino al sessanta percento;
Volendo quindi Noi tramandare la memoria lasciataci dal Nostro Avo Ferdinando II ..“il che principalmente è questo: prima, quando il Contagio si accosta verso noi, non guardare ne a spesa, ne a diligenza alcuna, perchè egli non entri, e non giudicare soverchia alcuna cautela per ottenere questo fine; ma se egli passerà si cerchi di andargli incontro, con i rimedi reáli nel principio, e non volerlo frodare per non esser banditi dagli altri Stati, perchè il male si cova, et intanto piglia campo, e dove a proceder schiettamente si sarebbe spento in un mese, lasciandolo abbarbicare dura gli anni interi; … “se non verrà fatto questo due sono i rimedi potenti per estinguere prestamente il male, prima servirsi per quanto si può di gente nobile, che operi per carità, e non prezzolata; l’altro fare poche ordinazioni, e solo quelle, che sono necessarie, ma cercare, che le si osservino con esattezza, gastigando con ogni rigore chi erra, senza guardare niuno in viso, perchè in tal caso è verissimo che allora è viva la pietà, quando è più morta, et in tempo di peste è necessario, per non perderla, farsi spietato, conciò sia cosa, chi uno ne gastiga cento ne minaccia. Volendo quindi Noi ricordare quanto il Granduca Ferdinando II Nostro Avo fortemente raccomandò, ovvero che ” ..”Finito il male è necessario per un pezzo star con gli occhi molto bene aperti e vigilare ai casi che seguono, perche questo è negozio che molte volte fa tregua, ma non fa pace, e le ricadute sono spesso peggiori delle prime cascate”; e ancora che ..“ per quelli che si cavono delle case infette il prendere un borgo et assegnare a ogni famiglia una casa, perchè non si mescolino con gli altri, è cosa molto salutifera, e infìne che “ il vero rimedio è l’emendazione de costumi e l’orazion pubblica, con fede, e perseveranza, perchè se Iddio non custodisce la Città, invano si affaticano quelli i quali con ogni diligenza cercano di difenderla;
Tutto ciò premesso e considerato,
Volendo Noi ricambiare con un gesto concreto l’affetto che da sempre la Nostra Casata Medicea riceve dal Popolo Granducale Mediceo tutto, inteso come il complesso degli individui ovunque residenti che provando stima, rispetto e ammirazione verso la Casa Granducale Medicea di Toscana si sono recarti o si recheranno a Firenze almeno una volta nella loro vita;
desiderando Noi inoltre esprimere concretamente questo Nostro affetto verso il Popolo Granducale Mediceo con un atto che possa far cessare interamente e al più presto la Pandemia Covid 19;
avendo Noi pertanto studiato con cura infinitesimale la “Relazione sopra il Contagio dell’anno 1630 e 1633 nella Città di Firenze”, voluta dal Nostro avo il Granduca Ferdinando II e avendo Noi ricavato da essa in modo puntuale il protocollo organizzativo contro il contagio voluto e imposto dal Nostro Avo per fermare detta peste;
avendo quindi Noi la consapevolezza che questo protocollo così come esso fermò in breve tempo il contagio per peste del 1630, potrebbe oggi fermare in breve anche il Contagio per Covid 19, con certa scienza e sicura conoscenza
costituiamo, eleviamo e nominiamo dall’alto della Nostra Granducale potestà il medesimo protocollo in epigrafe definito,
Modello di Firenze,
con facoltà dell’amplissimo Consiglio Mediceo dei “Dugento” di emendarne in futuro il testo con nuove norme adeguate ai tempi attuali.
Parimenti
abbiamo creato e creiamo, costituiamo, eleviamo e nominiamo ciascun Uniate Mediceo che parteciperà come volontario allo sviluppo modello di Firenze predetto,
Patrizio di (+Città di residenza) se svolgerà con nobiltà d’Animo come amministratore pubblico un ruolo direttivo permanente connesso ai servizi qui descritti; Nobile di (+Città di residenza) se svolgerà un ruolo direttivo contribuendo personalmente alla formazione dei servizi qui descritti ed al sostentamento delle opere connesse; Generoso di (+ Città di residenza) se svolgerà per almeno 30 giornate servizi di volontariato connessi al presente bando; con tutti gli onori riservati al rango e con tutti gli onori riservati al rango e con facoltà per ciascun insignito che dimostrerà di svolgere uno dei ruoli volontari come sopra in base alle istruzioni ricevute, di richiedere alla Nostra Cancelleria l’eventuale rilascio di lettera patente comprovante le nomine suddette, costituita da pergamena con stemma Granducale Mediceo, accompagnato in punta dalla scritta “ Nobile di (o altro titolo) +Città), Brevetto di di S.A.S. il Granduca Ottaviano de’ Medici di Toscana e ulteriore facoltà di inserire il proprio nominativo e quello del proprio Casato, nell’Albo d’Oro Mediceo della Nobiltà e Cittadinanza generosa, fra le famiglie del ceto Nobile, Gentilizio, oppure Generoso a seconda del caso.
Da Palazzo Pitti, sotto il nostro Granducale sigillo , 16 Novembre 2020
Firmato dal Granduca di Sua propria mano