Grave degrado urbano , eccessiva usura della città , insufficiente manutenzione del patrimonio artistico e continua perdita di identità culturale , creano ogni giorno un grave allarme tra i residenti del centro storico di Firenze.Questa è la segnalazione contenuta nel “progetto di Salva Firenze ” che è stato presentato all’UNESCO dal Presidente della Associazione Internazionale Medicea, Principe Ottaviano de ‘Medici di Toscana di Ottajano , l’ attuale rappresentante della Casa Medicea di Toscana .
Il ” Progetto Salva Firenze ” prevede lo sviluppo di 16 programmi principali finalizzati ad ottenere la maggior diffusione possibile entro degli itinerari di visita la cerchia storica cittadina da offrire agli oltre 16 milioni di turisti che arrivano a Firenze ogni anno ( secondo le fonti citate dal Comune di Firenze); nello stesso tempo il progetto prevede anche programmi per aiutare l’economia della città a raccogliere le risorse finanziarie necessarie al restauro di quella considerevole parte del patrimonio artistico e culturale di Firenze che attualmente è a rischio a causa della sistematica mancanza di sufficiente manutenzione .
Il “progetto Salva Firenze include una petizione firmata da 1200 cittadini italiani preoccupati che è stata presentata anch’essa a Roma all’UNESCO dal Principe de’Medici per chiedere l’iscrizione che il Centro storico di Firenze venga inserito nell’elenco UNESCO dei Patrimoni Mondiali in pericolo
Il vero problema -dice il principe de ‘Medici – è che l’economia di tutta la città soffre gravemente perché gli itinerari di visita del centro storico creati dai tour operator internazionali, condizionano i visitatori a trascorrere in Città un tempo medio di 2 notti in Hotel, intervallate però da una sola intera giornata di visite turistiche; le visite si tengono poi esclusivamente nella sola zona molto ristretta del centro dove si trovano la Galleria degli Uffizi , la Galleria dell’Accademia ( David di Michelangelo) ed il Duomo.
Così , mentre una piccola serie di strade allineate fra loro sono letteralmente ” invase ” da milioni di turisti , il resto del meraviglioso centro storico della città di Firenze resta purtroppo ” deserto ” e la maggioranza assoluta dei magnifici musei della città quasi totalmente privi di visite.
Il Comune di Firenze finora non ha fatto nulla per convincere (od obbligare) gli operatori turistici ad espandere uniformemente gli itinerari di visita per tutta la città , con il cattivo risultato che ora vaste aree cittadine un tempo fiorenti sono ora deserte ed i loro commercianti versano in cattive condizioni economiche , mentre contemporaneamente una porzione molto piccola di centro storico viene invece letteralmente invasa .
Quali sono allora le conseguenze di questa assurda politica di indifferenza che è stata condotta per anni a Firenze dalle istituzioni pubbliche italiane ? L’economia tradizionale fiorentina sta ancora lottando contro la morte e centinaia di artigiani e di attività tradizionali hanno invece già dovuto chiudere; tutta la città ogni giorno sta perdendo invece di fatto sempre di più la propria identità sociale e culturale mentre la piccola area dove invece si muove il turismo di massa ” appartiene ” ora alle ricche catene di negozi nazionali o internazionali, i quali miserabilmente non reinvestono solitamente i loro profitti nella manutenzione del patrimonio culturale di Firenze .
Questo è particolarmente grave se si considera che il piano strategico per la gestione del Centro realizzato nel 2008 da un apposito ufficio del Comune di Firenze, riferisce che le istituzioni pubbliche non investono sufficiente denaro per la conservazione del patrimonio artistico cittadino!
Allora che cosa succederà in un prossimo futuro al patrimonio artistico e culturale fiorentino? Quali sono poi le conseguenze socio economiche causate dall’aver lasciato la completa gestione dei percorsi di visita cittadini ai tour operator internazionali ed alle compagnie di navigazione da crociera?
Gli effetti sono stati semplicemente devastanti: tra il 1981 e il 2001 la incredibile quantità del 20,5% della popolazione residente a Firenze si è trasferita in altro Comune in coincidenza con l’ arrivo in Città ogni anno di un numero sempre maggior di turisti che effettuano un tour di 3 ore a piedi attraverso la città marciando in gruppi compatti di circa cinquanta / ottanta persone per gruppo; costoro formano durante la stagione turistica, insieme al resto dei gruppi di visitatori, un lungo ed imponente cordone compatto che si snoda per quasi due kilometri lungo la strada principale di questa “autostrada turistica”
Nel corso degli ultimi anni la stampa locale ha riportato in continuazione l’esistenza dei problemi di cui sopra, riferendo inoltre numerose altre notizie riguardanti il grave degrado degli spazi urbani causato dalla mancanza di manutenzione o di organizzazione degli stessi, oppure dei danni diretti o potenziali al patrimonio artistico causati da un eccessivo ” consumo ” delle strutture artistiche ed architettoniche della città
Ci sono poi notizie di stampa che riferiscono dei continui bivacchi giornalieri degli zingari nel centro storico della città , le sfrenate notti di “movida ” fatta da ubriachi che gridano frasi sconnesse in lungo ed in largo fino a 3 del mattino; il proliferare di mestieri impropri ed illegali; l’invasione di ristoranti fast-food e di piccoli negozi multietnici oppure dei banchi del mercato centrale gestiti dalle comunità di stranieri.
L’immagine di Firenze è poi anche gravemente danneggiata dalle lunghe file di turisti in attesa in coda per entrare agli Uffizi oppure all’Accademia, i quali restano a volte anche per ore in attesa sotto il sole cocente perché la direzione dei Musei di Stato di Firenze (detta Soprintendenza ), si rifiuta di aprire un numero maggiore degli esistenti ingressi e di creare un numero maggior di uscite di emergenza per eliminare le code dagli Uffizi e dall’Academia. Esse preferiscono infatti continuare vendere ogni anno milioni di biglietti riservati per saltare le code ad costo aggiuntivo di 4 euro a biglietto !
UNESCO equipara sul proprio sito web le avversità naturali ed il turismo di massa come elementi parimenti responsabili dei gravi danni subiti per loro colpa da alcuni patrimoni mondiali sulla lista UNESCO, ed il regolamento della convenzione UNESCO richiede agli Stati Membri della Convenzione di segnalare tempestivamente al comitato mondiale del patrimoni ogni notizia che possa destare preoccupazione per il mantenimento dei siti protetti.
Allora perché il governo italiano dal 2008 ad oggi ha finora omesso di riferire al comitato mondiale del patrimonio che la presenza di turisti a Firenze è aumentata in numero vertiginoso negli ultimi tempi?
Il rapporto di indagine realizzato nel 2004 dell’UNESCO riferisce infatti di un numero totale di 6.427.511 visitatori l’anno , mentre il piano strategico per la gestione del centro città realizzato dal Comune di Firenze nel 2008 registrata invece un numero di circa 16 milioni di visitatori l’anno!
Per questo motivo il Principe Ottaviano de ‘Medici di Toscana riferisce quindi di aver deciso di reagire all’assurdo immobilismo del Comune di Firenze ed ha creato, a nome dell’Associazione Internazionale Medicea, il “Progetto Salva Firenze ” al fine di aiutare il mantenimento del patrimonio culturale e artistico della città che è stato vincolato alla Città nel lontano 1737 da uno dei suoi antenati, l’Elettrice Palatina.
Il “progetto di Save Firenze ” comprende anche una petizione che è stata firmata da 1.200 cittadini preoccupati delle sorti di Firenze e presentato a Roma alla Commissione Nazionale UNESCO dal medesimo principe Ottavianoo de ‘Medici di Toscana in qualità di Presidente della Associazione Internazionale dei Medici e dal Dott. Mauro Marrani , proprietario della storica libreria ” Salvemini ” di Firenze .
I sedici punti del ” progetto Salva Firenze sono stati poi presentati, nel corso di un incontro durato alcune ore , dal Principe e dal dr . Marrani all’ Ambasciatore Lucio Alberto Savoia , Segretario Generale dell’UNESCO , al Dottoressa Simonetta de Felicis , responsabile del materiale e immateriale patrimonio dell’Unesco e il dottor Ugo Ruffino , responsabile Unesco logo , borse di studio e giornate mondiali .
I rappresentanti dell’UNESCO hanno quindi promesso ai membri dell’associazione Internazionale Medicea che avrebbero inviato al Ministro dei Beni Culturali ed al Sindaco di Firenze una richiesta ufficiale di chiarimenti sulla situazione segnalata nella petizione e nel “progetto salva Firenze” ed hanno inoltre esortato l’ Associazione Internazionale Medicea a mettersi in contatto con le suddette istituzioni non appena essa avesse avuto conoscenza che lettera di chiarimenti era giunta a dette Istituzioni
Staremo a vedere quindi cosa accadrà nel prossimo futuro – ha riferito il principe de ‘Medici al termine della riunione – aggiungendo poi che si riservava la decisione di inviare la petizione contenuta nel “progetto salva Firenze” entro il mese di Febbraio 2014, anche alla Segretario del Comitato Mondiale del Patrimonio che si trova a Parigi presso l’UNESCO
Sono d’accordo sulla diversificazione dell’offerta turistica a Firenze in modo da evitare le concentrazioni eccessive nelle solite zone. Incentivare, dunque, i numerosi percorsi alternativi poco, o per niente, toccati dai tour oprator. Non sono d’accordo, però, su limitare le presenze turistiche complessive. Credo che Firenze possa sopportare anche un aumento turistico (così come il suo aeroporto), purchè, appunto, opportunamente controllato, orientato, in termini di efficienza, organizzazione, sviluppo di trasporti, parcheggi e quant’altro. Non sono neppure d’accordo sulla presunta crisi di identità di Firenze riguardo a “mestieri impropri e illegali” (artisti di strada? Sono una bellissima risorsa; vu cumprà? problema comune a tante città, si potrebbe, effettivamente fare qualcosa), “banchi gestiti da stranieri”? Chiediamolo ai proprietari fiorentini, perchè si è arrivati a questo. Ubriachi (spesso americani) e movida? D’accordissimo nellintervenire con mano dura, ma non è un problema di identità fiorentina. Insomma, la sfida che Firenze ha di fronte è proprio quella di rimanere se stessa, certo, ma sempre aperta al mondo contemporaneo. Diversamente, sarebbe condannata a morire lentamente, più identica a se stessa, forse ( e, poi, identica a che?), ma emarginata, ristretta, piccola. I nostri grandi Medici, non avrebbero certo voluto questo.
Nella replica di Lorenzo si legge che Firenze debba essere “sempre aperta al mondo contemporaneo. Diversamente, sarebbe condannata a morire lentamente”. E’ un tipico pseudoargomento (anzi piuttosto un’affermazione che argomento) usato in tutti i casi quando si confrontano l’approccio di conservazione dei valori storici e l’approccio di usufruttamento momentaneo della sostanza storica. Quando si tratta di un edificio storico che deve essere distrutto e sostituito con un grattacielo, c’e’ sempre chi dice: “Non possiamo conservare la citta’ come un museo, la citta’ e’ un organismo vivo e deve svilupparsi.” Questa tradizione di identificare lo storico con “morte” e il nuovo con “vita” viene addirittura dall’Ottocento (quando furono distrutte tante citta’ medievali e barocche per una rete di boulevards uniformi). Non si tratta solo dell’edifici, dell’aspetto fisico delle citta’. Si tratta anche dell’ambiente, del carattere. Certamente il carattere della vecchia Firenze (cioe’ una citta’ appartenente soprattutto ai cittadini) e’ preferibile al carattere della nuova Firenze (un museo sotto il cielo aperto, adattato soprattutto alle esigenze del turismo di massa). Paradossalmente: quello che da’ a Firenze un clima “museale” non e’ il vecchio ma il nuovo: turismo di massa, aerolinee a buon prezzo, controlli… E un altro paradosso: i turisti vengono perché vogliono vedere la VECCHIA Firenze, originale, con il suo carattere autentico. Poi arrivano in una citta’ di fast-food, di amplificatori dappertutto, dei soldati davanti ai musei, di file, di venditori dei “selfie-stick” ecc.
Per quanto riguarda gli artisti di strada. 1) Non tutti sono “artisti”. 2) La citta’ appartiene a tutti che ci si trovano dentro. Soprattutto a quelli che vivono nella citta’ ma neanche – anche i visitatori che “vivono” nella citta’ per alcuni giorni o alcune settimane sono una parte della citta’. Tutti hanno il diritto di muoversi sulle strade e nelle piazze. Anche quelli che NON vogliono ascoltare a un rocker davanti a una chiesa rinascimentale. Anche quelli che NON vogliono sottoportare musica amplificata mentre siedono sulla terrazza di un caffé per rilassarsi. 3) Nelle citta’ turistiche (tranne Venezia dove la regolazione e’ severa) ce ne sono troppi. Ogni piazza, ogni angolo, ogni larghetto davanti a un palazzetto e’ occupato da un artista. Suonano per ore, cominciano nella mattina, continuano fino a mezzanotte. Molti suonano sempre lo stesso. 4) Usano amplificatori – con la conseguenza che li sente anche chi si trova lontano e non vuole camminare 200 metri a buttare un euro nel cappello. Con la conseguenza che ALTRI artisti non possono suonare nelle vicinanze perché la loro produzione non si sente. A meno che anche loro hanno un amplificatore – quindi risulta un circolo vizioso. 5) L’arte dovrebbe essere qualcosa di speciale, una spezia nel cibo. Invece gli artisti di strada in Italia assomigliano nella loro attivita’ a quei venditori dei selfie-stick o di borsette false. Si trovano dappertutto e sempre. Quello che fanno diventa una parte del rumore cittadino, non percepito con attenzione ma solo sottoportato.