La civiltà umanistica rappresentata dall’Europa torni a proporsi come modello di integrazione. I valori della cultura umanistica rischiano di andare dispersi con la diminuzione progressiva della popolazione e l’avvento di flussi migratori che apportano nuovi valori e nuovi modelli culturali, sociali e anche religiosi. Partiamo da un dato di fatto: non si arresta un fenomeno come quello migratorio, dovuto ad un insieme di fattori come la povertà e i conflitti che purtroppo continuano a diffondersi, ma anche alla natura stessa dell’uomo che porta a spostarsi, viaggiare, alla ricerca di nuovi orizzonti dove poter meglio vivere la propria vita e costruirsi un futuro di serenità. Non servono argini al proposito. Serve invece un lavoro importante e costante di valorizzazione delle nostre tradizioni e della nostra identità culturale che affonda le proprie radici in un passato che ispira le nostre conoscenze e il nostro modo di essere. Integrare significa rispettare le diversità, ma non senza astenersi da trasmettere i valori che rappresentano i fondamenti della nostra civiltà.
“Poiché molti appartenenti ai popoli stranieri sono venuti nel nostro Impero inseguendo la felicità romana e a essi bisogna assegnare le terre degli immigrati, nessuno riceva assegnazione di questi campi senza precise istruzioni, e poiché alcuni ne hanno occupata più di quella che spettava loro o se ne sono fatta assegnare più del giusto per la complicità dei funzionari o con documenti falsi, si mandi un ispettore per revocare le assegnazioni illegali”, si legge in un passaggio di una legge redatta dall’imperatore Onorio che risale al 399 d.C.. Il significato è chiaro: quello di una integrazione governata, guidata, nel nome di un diritto latino. E sappiamo che il mondo romano finì per crollare proprio quando le strutture dello Stato divennero insufficienti a garantire la pax in tutto l’impero.
Al di là delle migrazioni individuali, in epoca romana registriamo casi di intere popolazioni che si affacciavano ai confini dell’impero per chiedere accoglienza. Proprio come accade oggi per i popoli che fuggono da guerre e genocidi. A cui dobbiamo dare risposta. Non si tratta tuttavia solo di sfamare e trovare loro un tetto, bensì di creare le basi di una integrazione che significhi rispetto delle diversità nell’alveo della nostra tradizione di pensiero umanistico. E’ pur vero che i romani respingevano senza pietà quanti non avevano volontà o necessità di accogliere. Ma la strada di quanti venivano accolti era quella di arrivare ad ottenere la cittadinanza romana, cioè la piena integrazione, seppur nel rispetto di quelle diversità di ceto che esistevano in quel contesto sociale.
Certo se la lezione dei Romani può essere utile, bisogna pur tenere conto delle evidenti differenze che la dinamica della storia crea. L’integrazione forzata non può funzionare ma è chiaro che quanti bussano ai nostri confini per chiedere accoglienza lo fanno nella convinzione di poter trovare qui le condizioni migliori per vivere. Questa per noi è una responsabilità e al contempo un’opportunità per evitare che la nostra civiltà si chiuda in se stessa e finisca con l’esaurirsi.
Il movimento socio-culturale Nuovo Umanesimo Mediceo, fondato da S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana, partendo dall’analisi dell’antica Filosofia Umanistica Medicea, afferma la necessità di ristabilire nei tempi attuali un equilibrio naturale fra individuo e genere umano e fra genere umano e ambiente, ora profondamente alterato dall’individualismo moderno nato a seguito del concetto filosofico illuminista di “autonomia della ragione”, da cui dipende l’attuale uso prevalente del valore umano della Ragione intesa come la capacità di distinguere e ordinare, rispetto alla pratica degli altri valori umani fondamentali per la vita civile che sono la “Bellezza”, la “Libertas”, la “Nobilitas” e l’”Humanitas”. E’ proprio partendo dai valori umani della filosofia del Nuovo Umanesimo Mediceo che si può e si deve trovare l’ispirazione necessaria ad individuare le attività e i luoghi favorevoli allo sviluppo di una integrazione umanistica.
Nuovo Umanesimo Mediceo – Granducato Unito d’Italia (de-medici.com)