Famiglie Gentilizie di Firenze (A)

ALBI D’ORO DELLA TOSCANA

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CITTADINARIO FIORENTINO (1474-2024 )

/ B / C / D / E , F / H / I , L N , O / P , Q / R / S / T , U X Y W Z

Nella versione online del Cittadinario i Casati Gentilizi che fra il 1750 e il 1866 furono ammessi da un Granduca di Toscana regnante o ex regnante ai Libri d’Oro della Città Nobili toscane sono contrassegnati da un asterisco ( Nobile *), due asterischi (Patrizio**).

Nessun asterisco: Nobile Gentiluomo ammesso al solo Cittadinario fra il 1474 e il 1872.

Fra parentesi sono indicate le date del decreto di ammissione al Libro d’Oro della Nobiltà nel periodo 1750-1866 e al Cittadinario (2020-2024).

La descrizione delle prove di nobiltà dei Casati ammessi ai libri d’Oro fra il 1750 ed il 1866 è interamente tratta dal volume di Marcella Aglietti, Le tre nobiltà. La legislazione nobiliare del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000; La descrizione delle prove di Nobiltà dei Casati ammessi al Cittadinario dal 2020 ai tempi attuali è invece a cura della cancelleria della attuale Deputazione sopra la Nobiltà.

CASATI VIVENTI O ESTINTI

( 1474-2024 )

ACCIAIUOLI ** (13 maggio 1751). Marchese Antonio Francesco Acciaiuoli Toriglioni e conte Diacinto Acciaioli de Vasconcellos (portoghese). Motuproprio granducale di conferimento del titolo di marchese del 1701. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. [VIII, 1].486.

(486) : Prime residenze attestate nel 1460, ma squittinati per la Maggiore dal 1524 e descritti nei libri d’oro a cominciare da quella data. Si allega un decreto del Magistrato Supremo dove il conte Diacinto (cavaliere di Cristo e figlio di Giacinto Acciaioli de Sa Vasconcellos, vivente con la propria famiglia nel città del Funcial, nell’isola di Madera) era riconosciuto di un ramo della stessa famiglia del senatore Antonio Francesco. Il titolo di marchese del comparente Antonio Francesco era stato conferito al padre con motuproprio del 22 luglio 1701.

ACCOLTI  (VAIO)

ACCORSI BOMBAGLINI (LION NERO)

ADELGAIS  (FERZA)

ADIMARI – (12 Aprile 1472). Lorenzo di Smeraldo di Filippo. Gentiluomo di Firenze, Capostipite di Nome e d’Arme del Casato Adimari

QUARTIERE DI SAN GIOVANNI (Gonfalone Drago di S.G.).
XV-XVI Secolo: 28 gentiluomini nati dal 1472 al 1526; 15 gentiluomini nati dal 1526 al 1574 -ASF Cittadinario f.1,2; c.1(pag 66, 27).
XVI-XVII secolo: in aggiornamento
XVII-XXI secolo: = in aggiornamento

D’AGLIANA (CHIAVI)

DELL’AGATA (FERZA)

AGOLANTI (LION D’ORO)

AGLI – DRAGO DI SAN GIOVANNI (famiglie della consorteria)

AIUTI – (11 Gennaio 1929) Cosimo di Paolo di Edoardo; Capo di Nome e d’Arme; Gentiluomo fiorentino (esempio)

QUARTIERE S.SPIRITO (Scala) (onorifico)
XVII-XXI secolo: AGM filza 5-Gentiluomini iscritti 3: Ottaviano di Cosimo di Paolo (31.3.1957); Paolo di Cosimo di Paolo Lorenzo di Ottaviano di Cosimo (27.09.2009)

ALAMANNESCHI – (15 Aprile 1477). Bindaccio di Francesco di Bindaccio. Capostipite di Nome e d’Arme; Gentiluomo Fiorentino; – (Maggio 1537).

QUARTIERE DI SAN GIOVANNI (Gonfalone Vaio).
XV-XVI Secolo: 4 Gentiluomini nati fra il 1477 e il 1501; 3 nati dal 1537 al 1540c -ASF Cittadinario f.1,2; c.1(pag 43,7).
XVI-XVII secolo: in aggiornamento
XVII-XXI secolo: in aggiornamento

ALAMANNI ** (10 maggio 1751). Cavalier Giovanni Innocenzio. Ammessi a principiare dal 1488 per la residenza di un ascendente nel numero dei priori487. Ci sono numerosi membri della famiglia attestati con il titolo di cavaliere, ma non si allega alcuna fede di vestizione, quindi non è stato possibile precisare a quale Ordine appartenessero [I, 1].

(487): In realtà, nella documentazione presentata si attestano residenze nelle pubbliche magistrature almeno a partire dal 1448. Un fratello del comparente, Federigo Alamanni, era vescovo di Pistoia e Prato.

ALAMANNI ** (27 dicembre 1751). Marchese Vincenzio Maria488. Ammissione a partire dalla residenza nel priorato nel 1530. Si ricorda un cavaliere di Malta [I, 2]. (488): Si conferma il titolo di marchese, provato da più documenti e confermato da due motupropri granducali (il primo di Giangastone Medici conferito al comparente, l’altro di Francesco Stefano riconfermato nel 1743 al figlio ).

 ALBA (VIPERA)

 ALBERGOTTI (RUOTE)

ALBERIGHI (NICCHIO)

ALBERTANI (LION D’ORO)

ALBERTI ** (19 aprile 1751). Cavaliere conte Vincenzo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche attestate dal 1511, ma la famiglia viene descritta a partire dal priorato del 1522 [V, 1].

ALBERTI (DEL CARRO RUOTE)

ALBERTI DA MERCATELLO (DRAGO S. GIOVANNI)

ALBERTINELLI (BUE – LION D’ORO)

ALBERTINI (BUE)

ALBIZZI ** (24 maggio 1751). Marchese priore Luca Antonio. Diploma di Ferdinando II del 1639 conferente il marchesato di Castelnuovo Val di Cecina. Vi sono dei cavalieri stefaniani, ma non si presentano i documenti di apprensione d’abito. Il casato aveva ottenuto il priorato almeno dal 1426, ma si descrive a partire da Antonio, scrutinato tra gli idonei a risedere nel 1524 [XII, 1].

Membri del Casato iscritti al Libro d’Oro del Regno di ItaliaNicolò di Teodorico, Marchese di Castelnuovo e Cecina (mpr), Elenco toscano. d.m. 16.6.1914 a Niccolò di Teodorico LO XIII, 57

ALBIZZI ** – (10 maggio 1751). Francesco, alfiere Domenico e Ferdinando. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche489 [XII, 2].

(489): Si descrive il casato a partire dal 1547, con Niccolò, che in quell’anno descrisse il suo patrimonio familiare ai registri della Decima. Si attestano fedi di residenze pubbliche fin dal 1284.

ALBIZZI ** (20 settembre 1751). Rinaldo, auditore di Pisa, e i fratelli. Ammessi in virtù del gonfalonierato goduto nel 1442490 [XII, 3].

(490): Descritti alla classe a partire da Luca, gonfaloniere nel 1442, ma si attesta un primo gonfalonierato nel 1393.

ALBIZZI ** (29 novembre 1782). Giuseppe Pietro di Giuseppe Carlo. Famiglia dimorante a Marsiglia. Ammessi come ramo collaterale della già iscritta casata omonima fiorentina491 [XII, 4].

(491): Si ricordava un ascendente, tale Lando, riseduto tra i priori nel 1358, fondatore della cappella di San Niccolò in San Pier Maggiore di Firenze e del monastero e chiesa di Santa Maria delle Campora, poi unita alla badia di Firenze.

ALBIZZINI (SCALA)

D’ALBIZZO (LION D’ORO)

ALDANA ** (10 maggio 1752). Antonio Francesco e Domenico Jacopo. Il riconoscimento dello status patrizio è dato in virtù di un rescritto ove il granduca Francesco I garantiva che la casata era nobile spagnola492 e quindi meritevole di ottenere l’abito cavalleresco stefaniano per giustizia [XII, 5].

492 Una licenza speciale fu rilasciata da Giulio Rucellai perché i documenti spagnoli allegati considerati validi come titolo di prova.

ALDINI (CHIAVI)

ALDOBRANDI (RUOTE)

ALDOBRANDINI ** (5 ottobre 1752). Giovanni Francesco e figli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche attestate dal 1390, ma si inizia la descrizione a partire da Brunetto, riseduto priore nel 1461 [XII, 6].

ALESSANDRI** – (18 ottobre 1752). Cavaliere Cosimo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1511 ed iscrizione al libro della Decima dal 1534. Presenze negli Ordini di S. Stefano e Malta493 [XII, 7].

493 Gli abiti cavallereschi risultano soltanto nell’albero genealogico, con le date di apprensione del 1676 e del 1688. Nel fascicolo compare una memoria, aggiunta nel 1845, dalla quale risulta come questa famiglia sia consorte di quella degli Albizi, ovvero di discendere da uno stipite comune, divisosi intorno al 1370 con Alessandro e Bartolomeo figli di Niccolaio degli Albizi, i quali vollero chiamarsi degli Alessandri, persuasi a ciò da Vieri Guadagni, e rinunciando alla loro consorteria originaria.

Membri del Casato iscritti al Libro d’Oro del Regno di Italia: 1) Cosimo di Giovanni, Conte (mpr), br. 19.12.1845. d.m. 1 2. 1 .1939 a Cosimo di Giovanni LO XIII, 57

ALESSANDRI ** (18 ottobre 1782). Simone Gaetano. Descritti a partire da Guglielmo, riseduto priore dal 1515 [XII, 8].

ALESSANDRINI (CHIAVI)

ALFANI (LION D’ORO)

ALFEI (CHIAVI)

ALGLISI (VAIO)

ALIOTTI (CHIAVI)

ALLEGRI LION BIANCO)

ALLEGRI DA SILESIA (LION D’ORO)

ALLEGRI DEL DRAGO (DRAGO S. SPIRITO)

ALLEGRONI (LION D’ORO)

ALLI MACCARANI ** (4 maggio e 12 giugno 1802). Marchese Giuseppe e fratelli. Famiglia originaria di Roma, discende da Giovan Stefano di Pietro, paggio del duca Alessandro Medici, poi vestito cavaliere dell’Ordine di S. Stefano e fatto cittadino fiorentino dal 1546494. Presenze anche nell’Ordine di Malta [LXXI, 1].

494 Chiesero grazia di essere rimessi «in buon giorno» perché «gli individui di questa famiglia sono stati per lungo corso di anni impiegati fuori di Toscana e perciò pare loro ammissibile che non abbiano saputo le leggi ed ordini già pubblicati». Intercesse per loro il senatore del Benino. Si allegavano anche fedi del godimento di numerose residenze e cariche prestigiose godute fuori del granducato. Membri del Casato iscritti al Libro d’Oro del Regno di Italia 1) Claudio di Benedetto, Signore di Toetto (mpr), Elenco piemontese. d.m. 2. 1.1880 a Claudio di Benedetto LO II, 1 07

ALLORI (BUE)

ALLUIGI (DRAGO S. GIOVANNI)

ALLUMINATI (LION ROSSO)

ALMENI ** (14 giugno 1751). Gaetano Giuseppe, perugino domiciliato a Firenze e cavaliere stefaniano per giustizia [XII, 10].

ALMENI ** (18 dicembre 1752). Cavaliere Vincenzo. Ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano e descritto nella classe del patriziato in virtù di un diploma del 1566 del granduca Cosimo I dove era indicato come nobile perugino e cavaliere [XII, 9].

ALTIOZZI (UNICORNO)

ALTONI (CARRO)

ALTOVITI ** (18 ottobre 1751). Cavaliere stefaniano Giovanni Battista e cavaliere gerosolimitano Flamminio495. Si produce a titolo di prova solo l’apprensione d’abito per giustizia dell’Ordine di S. Stefano [VIII, 2].

495 Il ramo di Flamminio ha la propria arme inquartata con quella della famiglia Avila, di origine spagnola, a seguito di un minorasco lasciato ai suoi antenati da Pietropaolo Avila.

ALTOVITI – **(18 ottobre 1751). In un unico fascicolo si hanno cinque comparenti per altrettanti rami del casato: il marchese Luigi (con diploma granducale di conferimento del titolo marchionale), Giovan Battista di Giuseppe, Alessandro, senatore cavaliere Guglielmo, Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche496 [VIII, 3].

496 Per la precisione: il ramo dell’avvocato senatore cavaliere Guglielmo, che dimostra l’esercizio delle magistrature pubbliche per la Maggiore dal 1403 e del priorato dal 1412, è descritto nei registri della nobiltà a partire dal 1525; il ramo del marchese Luigi si fregiava di un avo cavaliere di Santiago, di un privilegio dell’imperatore Ferdinando II conferente l’onore di aggiungere due aquile allo stemma oltre all’ammissione del padre del comparente nel numero dei gentiluomini di camera di Cosimo III nel 1717 ed alle residenze nella pubbliche magistrature per la Maggiore; il ramo del cavaliere Giovanni Battista di Piero veniva descritto alla classe del patriziato a partire dal 1491 in virtù delle sue residenze. Anche il ramo di Alessandro veniva descritto dal 1491, seppur contasse una prima residenza nel 1410.

D’AMADORE (LION BIANCO)

AMADORI (SCALA)

AMADORI DA FIGLINE (BUE)

AMADORI DEL LION D’ORO (SCALA – LION D’ORO)

D’AMBRA * – (19 aprile 1751). Cavaliere Fabio. Già ammesso all’Ordine di S. Stefano come fondatore di commenda di padronato [XVIII, 1]. Famiglia precedendente iscritta al Cittadinario del Quartiere di san Giovanni, Gonfalone CHIAVI.

AMBROGI ** (2 giugno 1790). Diego e Francesco. La famiglia risultava matricolata in una delle 7 Arti maggiori, ma aveva avuto solo residenze per la Minore fin dai tempi della Repubblica, si ammette perciò a norma dell’articolo IX dell’istruzione allegata alla legge del 1750, purché giustificassero la parentela con nobili e il possesso di beni tali da potersi permettere un trattamento decoroso [LXV, 1].

AMBROGI DEL DRAGO (DRAGO S. SPIRITO)

AMBROGDEL LION (ROSSO)

AMBROGI DEL NICCHIO

AMBROGDAL MONTE (UNICORNO)

AMERIGHI (LION ROSSO)

AMERIGHI DELLA STELLA (LION ROSSO)

AMICI (LION ROSSO)

AMIDEI (DRAGO S. SPIRITO)

AMMANNATI (LION D’ORO)

AMMANNATI BECCANUGI (LION BIANCO)

AMONI (LION NERO)

DELL’AMOROTTO (LION ROSSO)

DELL’ANCISA ** (24 maggio 1751). Cavaliere Antonio Francesco. Presenze nell’Ordine stefaniano, indicate nell’albero genealogico allegato. Attestano residenze nelle maggiori magistrature dal 1417, ma si inizia la loro descrizione a partire da Piero, squittinato nel 1524 [XII, 11].

ANDERLINI (SCALA)

ANDREASSI DA TERNI (LION ROSSO)

ANDREOZZI (LION BIANCO – NICCHIO)

ANDREUCCETTI (SCALA)

ANFORTI * – (24 maggio 1751). Cavaliere Giovanni Battista. Già ammesso all’Ordine stefaniano come fondatore di commenda [XVIII, 2]. Famiglia precedentemente iscritta nel Cittadinanario del Quartiere di San Giovanni, Gonfalone DRAGO S. GIOVANNI

ANGELI DA BARGA (LION D’ORO)

ANGELI DA PISA (LION D’ORO)

ANGELI DA PISTOIA (LION NERO)

D’ANGELO (NICCHIO)

ANGELONI (CARRO – LION D’ORO)

ANGELUCCI (LION NERO)

ANGIOLINI (FERZA)

ANGUELLI (DRAGO S. SPIRITO)

ANICHINI ** (7 luglio 1790). Cesare. Un ascendente del comparente era stato squittinato per il priorato nel 1433, ci si richiama all’articolo IX dell’istruzione allegata alla legge del 1750 [LXV, 2].

ANSALDI ** (24 dicembre 1759). Cavaliere stefaniano per giustizia, Baldassarre Orazio, ammesso in virtù dell’abito [XII, 12].

ANSELMI (LION BIANCO)

ANSETTI (LION ROSSO)

DELL’ANTELLA (CARRO)

ANTIFARSI (LION ROSSO)

ANTINORI ** (15 marzo 1751). Quattro comparenti rappresentanti di rami distinti: cavalier Amerigo Antinori Calderini, priore Niccolò, Ludovico e cavalier Antonio Domenico. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato e gonfalonierato per giustizia). Presenze negli Ordini di Malta e di S. Stefano497 [I, 3]. Membri del Casato iscritti nel libro d’Oro del Regno di Italia 1Giancarlo di Raffaele, Marchese di CasteL S. Pietro, Marchese di Fabro e Sa/ci (m), Elenco umbro per disc. da Giuseppe (1733-1745). d.m. 6.3. 1 939 a Giancarlo di Raffaele LO XXVI, 30; 2) Maria , Duca di Brindisi (mpr), r. d. Re delle Due Sicilie 25. 10. 1858 neon., a Maria erede di Luisa Antinori. r. d. rinn. 8. 7. 1 903 a Maria LO I, 88

497 Le quattro famiglie Antinori vengono descritte al patriziato senza che il decreto della deputazione precisi in virtù di quale titolo o a partire da quale data. Dai documenti allegati risulta una certa varietà: il ramo del cavalier Amerigo Antinori Calderini, per il quale compare il figlio Gaetano, attesta la prima residenza tra i priori nel 1392; il ramo di Niccolò, per il quale si presenta il senatore cavalier priore Vincenzio, inizia la propria descrizione dal 1469 con documenti estratti dai libri delle Decime; il ramo di Ludovico e Donato, come quello di Antonio Domenico cominciano le loro prove dal 1498. Peraltro, nell’albero genealogico allegato, raffigurante lo stipite comune a tre di queste famiglie e principiante con Francesco, si attesta una prima residenza nel priorato nel 1351

ANTONELLI (LION D’ORO)

ANTONINI * (17/7/2020). N.H. Don Domenico. Famiglia di Frosinone; Consigliere Nazionale dell’Antico Consiglio fiorentino dei Duecento. Decreto di concessione della Nobiltà fiorentina (17 Luglio 2020) di S.A.R. Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare.

ANZIANI * – (27 settembre 1773). Angiolo. Famiglia di Pontremoli. Lettera di nobiltà per grazia granducale di Pietro Leopoldo [XVIII, 3]. Gonfalone LION BIANCO

AQUILANTI (UNICORNO)

ARCHI (VIPERA)

ARCHILEI DRAGO (S. GIOVANNI)

ARDIMANNI ** (24 dicembre 1759). Ardimanno, tenente del Reggimento di Romagna. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche498 [VIII, 4]

498 Fede che Neri di Ardimanno da Cetina Vecchia, ascendente del comparente, nel 1311 fu condannato come ghibellino insieme ai propri figli. Altra fede attestante come nel 1345 Ardimanno di Neri dette mallevadoria al comune di Firenze come «magnate». Dal 1393 il casato si era trasferito a Figline. Attestato del possesso di giuspadronato della chiesa di S. Stefano a Cetina Vecchia e di una cappella nella chiesa di San Francesco a Figline. Infine, una componente della famiglia, nel 1707, aveva conseguito una dote di 70 ducati da parte della Compagnia di Gesù come fanciulla gentildonna.

ARDINGHELLI (UNICORNO)

ARGENTI (RUOTE)

D’ARINGO (DRAGO S. SPIRITO)

ARMALEONI (SCALA)

ARNALDI (UNICORNO)

ARRIGHETTI ** (17 maggio 1751). Conte Giovanni Filippo, conte cavaliere stefaniano Giulio e fratelli. Fede di Cosimo III del 1694 con cui si conferisce il titolo di conte. Presenze nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1524 (priorato) [VIII, 5].

ARRIGHETTI ** (24 maggio 1751). Cavaliere Onofrio. Iscritto in virtù dell’ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano [V, 2].

ARRIGHI ** (21 giugno 1751). Alamanno del senatore Alamanno, Giovanni Battista di Domenico, Arrigo di Niccolò. Descritti dal 1521, quando furono squittinati per risiedere nelle maggiori magistrature499 [XII, 13].

499 Si attestano matrimoni contratti con alcune famiglie di Milano, Roma e Novara, quali gli Arrigoni, gli Alessi, i Tettoni ed i Vigilanti. Famiglia residente a Roma.

ARRIGHI (CHIAVI – FERZA – NICCHIO)

ARRIGHI * DEL CARRO

ARRIGHDEL LION NERO (DRAGO S. SPIRITO)

D’ARRIGO (UNICORNO)

ARRIGUCCI (DRAGO S. GIOVANNI – UNICORNO)

ARRIGUCCI DEL LION BIANCO

D’ARTIMINO (DRAGO S. SPIRITO)

ARTINI (LION D’ORO)

ARTZ (RUOTE)

DEGLI ASINI ** (22 febbraio 1751). Cavaliere Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche attestate dal 1522, ma la descrizione inizia con la residenza del 1529 [V, 3].

ASSIRELLI (NICCHIO)

D’ASTUDILLO CARILLO (SCALA)

ATTAVANTI ** (29 marzo 1751). Pandolfo Maria Leone. Descritto alla classe dal 1534, in virtù delle sue residenze per la Maggiore [VIII, 6].

ATTUCCI (CHIAVI)

DELL’AVACCHIA (SCALA)

DELL’AVACCHIO (CHIAVI)

AVERANI (VAIO)

AVERONI SALVATICI (LION D’ORO)

AVIGNONESI DA MONTEPULCIANO (VIPERA)

AZZINI (LION BIANCO)

AZZURRINI (BUE – RUOTE)

DELL’AZZURRO (VAIO)