Cittadinario Mediceo delle Famiglie Gentilizie di Firenze (B)

ALBI D’ORO DELLA TOSCANA

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CITTADINARIO FIORENTINO (1474-2024 )

A / B / C / D / E , F / G / H / I , L / M / N , O / P , Q / R / S / T , U / V / X Y W Z

Nella versione online del Cittadinario i Casati Gentilizi che fra il 1750 e il 1866 furono ammessi da un Granduca di Toscana regnante o ex regnante ai Libri d’Oro della Città Nobili toscane sono contrassegnati da un asterisco ( Nobile *), due asterischi (Patrizio**).

Nessun asterisco: Nobile Gentiluomo ammesso al solo Cittadinario fra il 1474 e il 1872.

Fra parentesi sono indicate le date del decreto di ammissione al Libro d’Oro della Nobiltà nel periodo 1750-1866 e al Cittadinario (2020-2024).

La descrizione delle prove di nobiltà dei Casati ammessi ai libri d’Oro fra il 1750 ed il 1866 è interamente tratta dal volume di Marcella Aglietti, Le tre nobiltà. La legislazione nobiliare del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000; La descrizione delle prove di Nobiltà dei Casati ammessi al Cittadinario dal 2020 ai tempi attuali è invece a cura della cancelleria della attuale Deputazione sopra la Nobiltà.

CASATI VIVENTI O ESTINTI (1474-2024)

BABBI (FERZA)

BACCELLI (CHIAVI – LION D’ORO – LION ROSSO – UNICORNO)

BACCHINI (LION BIANCO)

BACCI (LION D’ORO – SCALA)

BACCI DA LAMOLE (SCALA)

BACCI D’AREZZO (LION D’ORO)

BACCI DEL DRAGO (LION ROSSO)

BACCINI (NICCHIO)

BACCIOLINI (RUOTE)

BACCIONI (SCALA)

BACCIONI DEL LION BIANCO (LION BIANCO)

BACHERELLI (LION NERO)

BACHERELLI DELLE RUOTE (SCALA)

BACHERINI (VIPERA)

BACI (FERZA)

BADIA (VIPERA)

BADII (LION D’ORO)

BAGLIONI DEL NICCHIO – (LION D’ORO)

BAGLIONI DEL NICCHIO* (NICCHIO)

BAGLIONI (LION ROSSO)

DA BAGNANO –** (22 marzo 1751). Francesco e Guido, fratelli, e loro figli. Il decreto del Peruzzi accoglie la domanda in virtù delle residenze nelle maggiori magistrature pubbliche, mentre in una nota scritta dal Rucellai, controfirmata anche dagli altri membri della deputazione, Ricasoli, Antinori e Tornaquinci, si riconosce piuttosto quale titolo di nobiltà una sentenza ottenuta in contraddittorio nel 1634, ricadendo nel paragrafo V delle istruzioni alla legge del 1750, oltre che per l’aver sempre mantenuto i requisiti dei parentadi nobili e delle idonee facoltà finanziarie500 [I, 4].

500 La sentenza alla quale si fa riferimento, era stata proferita in contraddittorio giudizio dal Magistrato Supremo di Firenze, il 26 gennaio 1634, tra Giovanni e Francesco Antonio di Simone da Semifonte (popolo di S. Stefano a Albagnano) da una parte, e Cosimo di Bastiano Gangalandi dall’altra. Quest’ultimo pretendeva di discendere dalla stessa famiglia da Bagnano dei primi, ma non riuscì a provarlo, mentre nel corso del processo Giovanni e Francesco Antonio certificarono la loro diretta successione da un fratello di Guido di Dando da Bagnano, riseduto tra i priori nel 1345.

BAGNESI BELLINCINI – **(19 aprile 1751). Marchese Francesco. Ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano di un cugino del comparente; investitura del marchesato di Sernese, nel territorio di Modena 501 [V, 4].

501 In realtà la famiglia era Bellincini, ma chiamata Bagnesi per varie disposizioni testamentarie, come quella del senatore Giuliano di Simone Bagnesi del 1635, che lasciava tutti i suoi beni purché i Bellincini assumessero il suo nome e l’arme e fissassero il proprio domicilio a Firenze. Il documento stilato dal segretario della deputazione, Peruzzi, sosteneva come, in considerazione dell’ammissione per giustizia di questo casato all’Ordine stefaniano, si sarebbe potuto concedergli la classe del patriziato, se non avesse creato perplessità il fatto che i Bellincini, originari di Modena, si fossero stanziati a Firenze solo dal 1618. Lettera patente del granduca Cosimo III ove il comparente era nominato col titolo di marchese.

BAGNESI BELLINCINI – **(11 febbraio 1805). Marchese Luigi. Prova la discendenza dallo stipite comune di Francesco Bagnesi, già ammesso al patriziato molti anni prima [V, 4 bis].

BAGNI (LION NERO)

BAGNIOLI (NICCHIO)

BAILOU

BAILLORI (VAIO)

BALATRI (DRAGO S. GIOVANNI – LION NERO)

BALBI (LION NERO)

BALDACCHINI (LION ROSSO)

BALDACCI (LION BIANCO – VIPERA)

BALDANZI (LION D’ORO)

BALDASSARINI (NICCHIO)

BALDASSINI (LION ROSSO)

BALDESI (DRAGO S. GIOVANNI – LION BIANCO – LION D’ORO)

BALDESE (o DI BALDESE) – **(10 giugno 1753). Zanobi. Presenze nell’Ordine stefaniano. Il titolo con cui si pretendeva di avere diritto all’iscrizione al patriziato, cioè l’esercizio della carica di notaio dei priori di Firenze502, fu oggetto di dibattito da parte dei deputati [XII, 14].

502 Raffaello era stato notaio della Signoria nel 1531 e poi proconsolo nel 1523 e 1521. Il figlio, Giovan Battista, risultava matricolato all’Arte della seta. Si allega una patente del principe cardinale Francesco Maria Medici ove un fratello del comparente, Piero Baldesi, è nominato «gentiluomo familiare».

BALDESI DI GUIDO (LION D’ORO)

BALDESI DELLA VIGNA (UNICORNO)

BALDI * (FERZA – LION D’ORO – LION ROSSO – NICCHIO – VIPERA)

BALDI DA LORO (LION BIANCO)

BALDI DELLA SCARPERIA (CHIAVI)

BALDI DELLE RUOTE (RUOTE)

BALDIGIANI *- (8 maggio 1752). Auditore Pietro Paolo e Domenico. Diploma di nobiltà per grazia granducale [XVIII, 8].

BALDINI (CHIAVI – UNICORNO)

BALDINOTTI * (UNICORNO)

BALDINUCCI (LION D’ORO)

DI BALDO (LION BIANCO)

BALDOCCI ** (22 aprile 1754). Nunziato. L’ascrizione al patriziato è concessa in virtù dell’esercizio della carica di pennoniere del 1451, data dalla quale si inizia la loro descrizione503 [I, 5].

503 Si allegava ai documenti anche una copia della legge del 1432 dove si disponevano le regole di conferimento dell’incarico di pennoniere. Una fede dell’archivista del Comune fiorentino attestava come, in vari Estimi dal 1371 al 1427, membri di questa famiglia fossero stati descritti come «nobili di contado», ma il Peruzzi escluse esplicitamente a quest’attestazione ogni valore di prova di nobiltà generosa. Il casato viene ammesso solo nel 1754, nonostante avesse presentato le sue provanze già da alcuni anni, perché la deputazione aveva smarrito la documentazione relativa. Copia di diploma dei Conservatori di Roma dato ad un omonimo del comparente, ragioniere generale e collaterale del papa in Dalmazia nel 1660, dove è ammesso alla nobiltà romana..

504 Giovanni Baldovinetti aveva inquartato la propria arme con quella dei di Poggio conformemente alla volontà testamentaria di Jacopo di Poggio.

BALDOCCI DEL DRAGO (UNICORNO)

BALDORIOTTI (FERZA – LION ROSSO)

BALDOVINETTI – **(31 gennaio 1752). Due rami: Giovanni Baldovinetti di Poggio e figli; Margherita di Luca di Cristofano, vedova del conte Vincenzio Gabellotti di Faenza. Presenze nell’Ordine di S. Stefano per giustizia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1412 (priorato)504 [VIII, 7].

504 Giovanni Baldovinetti aveva inquartato la propria arme con quella dei di Poggio conformemente alla volontà testamentaria di Jacopo di Poggio.

BALDOVINI (VAIO)

BALDOVINI RICCOMANNI (VAIO)

BALDOVIOTTI DELLA FERZA (FERZA)

BALDUCCI (LION NERO – DRAGO – S. SPIRITO)

BALDUCCI DI BALDUCCIO (FERZA)

BALDUCCI PEGOLOTTI (DRAGO S. SPIRITO)

BALDUCCI DELLE RUOTE (RUOTE)

DI BALDUCCIO (FERZA – DRAGO – S. SPIRITO)

DELLA BALESTRA (LION D’ORO)

BALLERINI (DRAGO S. SPIRITO)

BALOCCHI (S. MARIA NOVELLA)

BALSIMELLI (LION ROSSO)

BAMBAGINI (CHIAVI)

BAMBELLI (LION ROSSO)

BAMBERINI (LION D’ORO – DRAGO S. SPIRITO)

BAMBI (LION BIANCO)

BAMBI DEL NICCHIO (SCALA)

BAMBOCCI (LION NERO)

BANCHI (SCALA)

BANCHI DELL’ABBACO (CARRO)

BANCOZZI (LION NERO)

BANDENI (VAIO)

BANDIERI (LION NERO)

BANDINELLI (SCALA – UNICORNO)

BANDINI (CARRO – LION BIANCO)

BANDINI OGGI BALDOCCI (DRAGO S. SPIRITO)

BANDINI DA MARRADI (LION D’ORO)

BANDINUCCI (LION BIANCO)

BANDOCCI (FERZA)

BANDUCCI (LION ROSSO)

BARABESI (LION BIANCO)

BARBADORI (NICCHIO)

DA BARBERINO (BUE – LION BIANCO)

BARBIANI (DRAGO S. GIOVANNI)

BARBIERI (DRAGO S. SPIRITO)

BARBIERINI (CHIAVI)

BARBIGI (CHIAVI – LION NERO)

BARBOLANI **– (31 luglio 1752). Francesco e Bartolommeo, figli del conte cavaliere Francesco, ed Ottavio del conte Muzio, conti del feudo nobile di Montauto. Ammessi per giustizia nell’Ordine stefaniano. Si ammettono al patriziato per il possesso feudale della contea di Montauto505 [I, 6].

505 Questa era una famiglia di nobiltà feudale a tutti gli effetti, come veniva dimostrato anche dalle copie che si allegavano di alcuni patti stabiliti nel 1470 tra i figli di Lazzero Barbolani, il primo investito del feudo, e la Repubblica fiorentina, patti ancora osservati all’epoca della presentazione dei documenti. Si iscrissero a Firenze, nonostante risiedessero vicino ad Arezzo, per essere in possesso della cittadinanza fiorentina dal 1385, mentre non avevano mai avuto quella aretina.

BARBOLANI da MONTAUTO – **(27 agosto 1753). Marchesi Torquato di Marzio e Ferdinando di Giulio, conti e titolari del feudo di Montevitozzo come da diploma del granduca Ferdinando II nel 1634 [XII, 15].

BARCHETTI (FERZA)

BARDELLI – **(13 aprile 1772). Niccolò. Presenze nell’Ordine di S. Stefano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche506 [VIII, 8].

506 Si chiede il patriziato senese e, avendo la cittadinanza fiorentina, anche quello di Firenze. Si allega la «grazia della remissione in buon giorno» del 20 luglio 1769, rescritto sovrano che concedeva al comparente di presentarsi per esser descritto nei libri d’oro nonostante fossero scaduti i termini. Fede che l’ascendente Nuti di Jacopo, calzolaio, aveva riseduto nelle supreme cariche pubbliche di Siena nel 1372 e nel 1378, ma non si poté provare la continuità dei godimenti pubblici. Il trasferimento a Firenze si supponeva essere avvenuto intorno al 1430. Si avanzano due perplessità da parte della deputazione: la prima riguardava la prova della diretta discendenza, la seconda il mantenimento della qualità nobile da parte dei membri della famiglia. Inoltre non si attestava il trasferimento della famiglia da Siena (di dove era originaria e dove non aveva dimostrato la propria nobiltà) a Firenze.

BARDI – **(14 giugno 1751). Tre distinte famiglie, rappresentate rispettivamente da Orazio, Vincenzio e il cavalier Carlo Maria, conti di Vernio. Ammessi al patriziato come titolari della contea di Vernio, come da privilegio del 1332 dell’imperatore Carlo IV (che nel 1355 li riconobbe anche quali suoi vicari), poi confermato in perpetuo dall’imperatore Leopoldo nel 1697. Il casato compariva anche descritto tra le famiglie «grandi e magnate» della Repubblica fiorentina. Presenze nell’Ordine di Malta e di S. Stefano [I, 7].

BARDI – **(15 gennaio 1759). Cavaliere stefaniano Ulisse. Fede pubblica dalla quale risultava come la famiglia fosse stata privata dei diritti politici ai tempi della Repubblica fiorentina, perché riconosciuta «grande e magnate», ma poi reintegrata nel 1444, anno dal quale si iniziava perciò la descrizione nei libri d’oro. Numerose le presenze nell’Ordine stefaniano a partire dalla fondazione di commenda nel 1568 ed in modo continuato per le tre generazioni antecedenti il comparente [I , 8-11507].

507 Nell’ins.8 di questa filza si allega un primo gruppo di provanze, compresa una sentenza di un processo avvenuto in contraddittorio di fronte al Magistrato Supremo nel 1558, contro il ramo di Orazio Bardi, per dimostrare la discendenza del ramo del comparente dallo stesso stipite di quello di Orazio. Nell’ins.9 si raccolgono lettere scritte dai vari membri di altri rami della casata Bardi, datate variamente ed indirizzate ai familiari del comparente. Nell’ins.10 si ripresenta nuovamente la documentazione attestante la presunta nobiltà, mentre nell’ultimo inserto si conservano lettere diverse ritenute significative per giustificare il proprio status.

BARDI CIAMPOLI (NICCHIO)

BARDI DA S. CASCIANO (FERZA)

BARDINI (VAIO)

BARDINI DI VOLTERRA (LION D’ORO)

DI BARDO LANAIOLO (SCALA)

BARDUCCI CHERICHINI (SCALA)

BARDUCCI CHIERICHINI – **(29 marzo 1751). Ottavio e fratelli. Si ammettono a partire dal 1534, quando Alberto di Giorgio, ascendente del comparente, aveva fatto iscrivere nei registri della Decima i beni della propria famiglia. Fedi dell’esercizio delle prime magistrature pubbliche508 [I, 12].

508 Le prime residenze attestate erano quelle di priore nel 1421 e di gonfaloniere nel 1430.

BARDUCCI OTTAVANTI (CHIAVI)

BARGELLINI (LION D’ORO)

BARGELLINI DEL LION BIANCO (DRAGO S. SPIRITO)

BARGIACCHI (CHIAVI – DRAGO S. SPIRITO)

BARGIGLI * (LION D’ORO)

BARLI (CARRO)

BARONCELLI (CARRO)

BARONCI (CHIAVI)

BARONCINI – **(22 novembre 1751). Francesco Vincenzo. Nonostante avessero sempre goduto di magistrature pubbliche minori e ricordassero un ascendente speziale, si ammettono dopo la prova della continuità della parentela con nobili509 [XII, 16].

509 Da una fede allegata risultava un antenato di Francesco Vincenzo, tale Filippo, designato nel 1524 per risiedere come priore per la Minore, sebbene risultasse anche matricolato all’Arte della seta fin dal 1507. Ne conseguiva che, essendo l’Arte della seta una delle maggiori, Filippo avrebbe potuto anche essere estratto per la Maggiore. Così pure i suoi antenati, i quali, «benché nel priorista e negli squittinii siano descritti coll’affisso di spadaro, non esercitavano però tale arte, ma bensì erano speziali», come si giustificava dalla fede della matricola dell’Arte dei medici e speziali prodotta. Per altro, un fratello di un ascendente del comparente era stato effettivamente squittinato per la Maggiore nel 1391, quindi l’ipotesi si presentava verosimile.

BARONCINI DELLA PEZZA (VAIO)

BARONI (SCALA)

BARONI DELLE STELLE (RUOTE)

BARSI (LION NERO)

BARSOTTI (SCALA)

BARTOLACCI (VIPERA)

BARTOLELLI (DRAGO S. GIOVANNI – LION BIANCO)

BARTOLI – **(14 giugno 1751). Due rami discendenti da uno stesso stipite: Cosimo e i figli; Pietro con i figli e i fratelli. La deputazione ascrive il primo a partire dalla residenza nel priorato del 1531, il secondo dal 1534, quando si registrarono i beni alla Decima [VIII, 9].

BARTOLI FILIPPI – (10 giugno 1753). Benedetto e fratelli. Ammessi per esser stati scrutinati per la carica di priore del 1524 [V, 5]. (BARTOLI VAIO- UNICORNO ?)

BARTOLINI (DRAGO S. SPIRITO)

BARTOLINI BALDELLI – **(27 dicembre 1751). Luigi, cavaliere stefaniano per giustizia. Ammesso grazie all’abito stefaniano proprio e del padre [XII, 17].

BARTOLINI SALIMBENI – **(24 maggio 1751). Marchesi Alamanno e fratelli. Diploma di conferimento del titolo di marchese concesso per meriti militari dall’imperatore Carlo VI nel 1713 e confermato da Giangastone Medici nel 1730. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [VIII, 10].

BARTOLINI SCODELLARI (DRAGO S. GIOVANNI)

BARTOLINI TATTI (VAIO)

BARTOLINI DA S. GIOVANNI MAGGIORE (UNICORNO)

BARTOLINI DEL BORGO SAN SEPOLCRO (CHIAVI)

BARTOLINI DEL DRAGO S. SPIRITO (DRAGO S. SPIRITO)

BARTOLINI DEL LION NERO (LION NERO)

BARTOLINI DEL LION ROSSO (LION ROSSO)

BARTOLINI DEL NICCHIO (NICCHIO)

BARTOLINI DELLE RUOTE (RUOTE)

BARTOLINI DELLA SCALA (LION BIANCO)

BARTOLINI DEL VAIO (SCALA)

DEL BARTOLINO (UNICORNO)

BARTOLOMMEI – **(10 maggio 1751). Marchese Mattia Girolamo. Diploma di investitura del marchesato di Monte Giovi, nello Stato di Siena. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Presenze nell’Ordine di S. Stefano per giustizia510 [I, 13].

510 La prima residenza attestata è nel priorato per la Minore dal 1523. Il fatto che la famiglia avesse sempre riseduto per la Minore, fece esigere al Rucellai, conformemente all’articolo nono dell’istruzione alla legge del 1750, che si presentassero le giustificazioni esaminate dal Consiglio dell’Ordine stefaniano e con le quali si era ottenuto l’abito per giustizia nel 1685. Si temeva infatti che al tempo fosse stato dispensato dal fare le provanze in virtù di una qualche grazia magistrale. A questa richiesta si unirono anche Guadagni e Tornaquinci, rivolgendosi segretamente a Pisa per avere le necessarie informazioni. In effetti, sulla base dei documenti raccolti, il cavaliere Girolamo Bartolommei era stato ammesso a seguito di un rescritto magistrale che rimediava ad alcune irregolarità emerse nel processo.

BARTOLONI (DRAGO S. SPIRITO)

BARTOLOZZI (LION NERO – SCALA – VIPERA)

BARTOLOZZI DEL DRAGO (DRAGO S. GIOVANNI)

BARTOLOZZI DEL NICCHIO (SCALA)

BARTOLOZZI DELLE STELLE (LION NERO)

BARTOLUCCI (DRAGO S. SPIRITO)

BARUCCI (BUE)

BARZANTI (CHIAVI)

BASCHIERI (SCALA)

BASCHIERI SALVADORI (DRAGO S. SPIRITO)

BASILE* 2024

BASSI (LION BIANCO)

BARSI DELLA SCALA (CHIAVI)

BATACCHI (LION NERO)

BATI (DRAGO S. SPIRITO)

BATISTI LAMPOGNANI (LION ROSSO)

BAVETTI (DRAGO S. SPIRITO)

BAZZANTI (CHIAVI – LION D’ORO – VIPERA)

BECATELLI (RUOTE)

BECATTINI (LION NERO – LION ROSSO – VIPERA)

BECCANUGI AMMANNATI – **(12 gennaio 1807). Ammannato e canonico Aldobrandino, fratelli ed abitanti a Castiglion Fiorentino. Si dissero discendenti da un primo antenato riseduto tra i priori della Repubblica fiorentina dal 1290 al 1307511 [LXXV, 2].

511 In realtà, a ragione delle perplessità della deputazione circa l’attendibilità di questa ressidenza, testimoniata da una sentenza del Magistrato Supremo (giudicata poi non attendibile) e la solidità patrimoniale della famiglia, i due postulanti avevano inizialmente ottenuto solo la descrizione nei registri della nobiltà per grazia (decreto del 16 dicembre 1805). Si era a questo punto presentata una nuova istanza per il patriziato fiorentino, visto il desiderio altrimenti irrealizzabile di essere ammessi per giustizia nell’Ordine stefaniano.

BECCHI (LION NERO)

BECCI (UNICORNO)

BECCIANI (LION D’ORO)

BECHI*

BECUTI (SCALA NICCHIO)

DEL BECCUTO (LION NERO)

BELAGOTTI BERTINI (VAIO)

BELCARI (BUE)

BELCORPI (LION NERO)

BELFRADELLI (NICCHIO)

BELLACCI (CARRO)

BELLACCINI (UNICORNO)

BELLEVANTI (RUOTE)

BELLIERI (LION NERO)

BELLINI DELLE STELLE (DRAGO S. GIOVANNI)

BELLINI (SCALA – DRAGO S. SPIRITO)

BELLINI DELLA FERZA (FERZA)

BELLINI DELLE RUOTE (VAIO)

BELLINZINI (LION NERO)

BELLONI (LION BIANCO – SCALA)

BELLONI DELLA FERZA (DRAGO S. GIOVANNI – SCALA)

BELLOTTI (BUE BELLUCCI BUE – CHIAVI – RUOTE)

BELMER (SCALA)

BELTRAMINI (VIPERA)

DI BELRIGUARDO (SCALA)

BENCI (DRAGO S. GIOVANNI – DRAGO S. SPIRITO – LION D’ORO – VIPERA – LION NERO)

BENCI DA MONTEPULCIANO (VIPERA)

BENCI DEL POLLAIOLO (DRAGO S. SPIRITO)

BENCINI (LION BIANCO – UNICORNO)

BENCIVENNI già PELLI – **(23 agosto 1751). Piero e Giuseppe. Sebbene si attestassero solo residenze per le magistrature minori, si ammisero per aver provato la continuata parentela con famiglie nobili [XVI, 11].

DEL BENE (LION NERO – VIPERA)

BENEDETTI (LION BIANCO – LION NERO)

BENELLI (LION BIANCO)

DEL BENINA (LION ROSSO)

BENINI (CARRO)

BENINI DA GIGNANO (FERZA – LION ROSSO)

DEL BENINO (FERZA)

BENINTENDI (LION D’ORO)

BENIVIENI (VAIO)

BENIVIENI DELLA ZAZZERA (FERZA)

BENIZZI (LION D’ORO)

BENOTTI (DRAGO S. SPIRITO)

BENOZZI (FERZA)

BENRICENTI (DRAGO S. GIOVANNI)

BENTI (DRAGO S. SPIRITO)

BENTIVOGLI (LION D’ORO)

BENUCCI (CHIAVI)

BENVENUTI – **(14 giugno 1751). Lorenzo e Andrea. Residenze nel numero dei priori dal 1371, ma la descrizione inizia con lo squittinio per essere estratti ad una carica civica delle maggiori del 1524 [V, 6].

BENVENUTI DA VICCHIO (LION D’ORO)

BENVENUTI DELLA VIPERA (VIPERA)

DEL BENVENUTO (BUE)

BERARDI – **(10 maggio 1751). Niccolò e fratelli, avvocato Giovan Domenico, cugini discendenti da uno stesso stipite divisosi nel 1643. Si descrivono a partire dalla residenza nel priorato del 1521 [VIII, 11].

BEROARDI DRAGOMANNI – **(16 aprile 1790). Cavaliere Pietro Enea, già vestito dell’abito stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature civiche di Perugia [LXV, 4].

BERIGUARDI *

BERLINGHIERI (BUE)

DI BERNABÀ (SCALA)

BERNARDI (LION BIANCO – LION ROSSO – SCALA)

BERNARDI DEL DRAGO (DRAGO S. SPIRITO)

BERNARDONI (LION BIANCO)

BERNAZZINI (SCALA)

BERNI (SCALA)

BERNINI (DRAGO S. SPIRITO)

BERNINI DEL LION NERO (LION NERO)

BERNUCCI (LION BIANCO)

BERRETTI FERZA)

BERTELLI DI FIGLINE (LION D’ORO)

BERTI (BUE – FERZA – LION BIANCO – VIPERA – CHIAVI)

BERTI DA FIESOLE (LION D’ORO)

BERTI LANCIAI (UNICORNO)

BERTI SIGNESI (NICCHIO)

BERTI DEL LION NERO (LION NERO)

BERTI DEL NICCHIO (CARRO)

BERTI DELLE RUOTE (SCALA)

BERTI DELLE STELLE (LION NERO)

BERTINI * (CARRO – DRAGO S. SPIRITO – LION D’ORO – VAIO)

BERTINI DELLE STELLE (LION ROSSO)

DI BERTO (VIPERA)

BERTOLDI (VAIO – NICCHIO)

BERTOLLI (RUOTE)

BERZIGELLI (VAIO)

BERZINI (FERZA – DRAGO S. SPIRITO BESSI NICCHIO)

BETTI – **(23 marzo 1768). Jacopo e figli. Famiglia originaria di Montevarchi. La domanda era stata presentata nel dicembre del 1751, ma era rimasta sospesa per insufficienza delle prove addotte. Fedi delle residenze per l’Arte dei mercatanti512 [XII, 18].

512 Tra i numerosi documenti presentati, si inclusero: la fede del processo per le provanze di nobiltà del quarto Betti ammesso nell’Ordine di Malta, la nomina per la carica di guardia alle porte della città nei sospetti di peste, le ammissioni ai Casini dei nobili. Risultarono alcuni antenati notai dei Signori, ma i deputati non sollevarono alcuna obiezione al riguardo. Un ramo della famiglia si era trasferito in Alicante e un altro ad Ancona. Si allegarono fedi autentiche delle monacazioni in conventi per damigelle di numerose fanciulle della famiglia.

BETTI INGEGNERI (BUE)

BETTINI (DRAGO S. GIOVANNI – LION D’ORO – NICCHIO – VAIO)

DI BETTO BERNARDI (LION ROSSO)

DI BETTO STEFANI (FERZA)

BETTONI (FERZA)

BEZZINI (NICCHIO)

BIADI (SCALA)

BIAGINI (UNICORNO)

BIANCHI (CARRO – DRAGO S. GIOVANNI – LION D’ORO – UNICORNO)

BIANCHI (BUONAVITA CHIAVI)

BIANCHI DEL DRAGO (S. GIOVANNI LION NERO)

BIANCHI DEL LION NERO (CARRO)

BIANCHINI (NICCHIO)

BIANCIARDI (LION BIANCO – SCALA)

DEL BIANCO (LION D’ORO – VAIO BIANCO LION NERO)

BICCHIERAI (CARRO – DRAGO S. SPIRITO – SCALA)

BICCI (DRAGO S. SPIRITO)

BICHI (RUOTE)

BIDOI (NICCHIO)

BIDORI (DRAGO S. SPIRITO)

BIFFI (CHIAVI)

BIFFOLI (BUE)

BIGALLI (SCALA)

BIGAZZI (LION D’ORO)

BIGORDI (DRAGO S. GIOVANNI)

BILIOTTI – **(10 maggio 1791). Giuseppe e Lorenzo. Ammissione in virtù delle residenze nelle maggiori magistrature pubbliche513 [I, 14].

513 La descrizione nei libri d’oro inizia a partire da Francesco, riseduto priore nel 1518, ma la prima residenza attestata dai documenti risaliva al 1421, per il priorato, e al 1427, per il gonfalonierato. I documenti estratti dai registri della Decima iniziavano dal 1427.

BILIOTTI DEL PURO (LION ROSSO)

BILIVERTI (DRAGO S. SPIRITO)

BILLI (DRAGO S. SPIRITO – SCALA)

DEL BIMBO ALIAS DE BIMBI (RUOTE)

BINASSI (FERZA)

BINAZZI (LION NERO)

BINDI (LION D’ORO)

BINDI DA MONTEVARCHI (LION NERO)

BINI (RICAMATORE) (FERZA)

BINI – **(29 marzo 1751). Giuseppe e fratelli, e il cugino Filippo. I due rami sono ammessi in virtù delle residenze nelle maggiori magistrature pubbliche514 [I, 15]. (BINI D’AREZZO LION D’ORO?)

514 Le residenze nelle pubbliche magistrature risultano aver avuto inizio nel 1352, con un priorato, ma la descrizione nella classe del patriziato comincia dal comune antenato Bernardo, proprietario dei beni iscritti ai registri della Decima del 1533. È da notare come si ricordino avi vissuti nella seconda metà del XV secolo definiti come «mercatori».

BIONDI (LION ROSSO)

BIONDI DELLA FERZA (FERZA)

BIONDI DEL LION BIANCO (LION BIANCO)

BIONDINI (LION D’ORO)

BIRICHERI COLOMBI *

BISAGNI (DRAGO S. SPIRITO)

BISCIONI (FERZA)

BISCIONI DELLE RUOTE (RUOTE)

BISDOMINI (VAIO)

BISONI (SCALA)

BISOTTI (LION D’ORO))

BITORZI (LION D’ORO)

BIUZZI (FERZ)

BIZZARRINI (RUOTE)

BIZZERI (BUE)

BOBI DEL BO’ (SCALA)

BOCCACCI (BUE – UNICORNO)

BOCCHI (CHIAVI – LION BIANCO – VAIO)

BOCCHINERI – **(27 dicembre 1751). Cavaliere stefaniano Domenico. Ammessi grazie alla vestizione per giustizia dell’abito stefaniano nel 1682 di un ascendente del comparente [V, 7].

BOCCI (LION ROSSO)

BOCCI DEL LION NERO (LION NERO)

BOCCIANTI (VAIO)

BOCCINI (LION ROSSO)

BODDI (CARRO)

BOLDINI (LION D’ORO)

BOLLI (DRAGO S. SPIRITO)

BOLLITI (NICCHIO)

BOLOGNESI (RUOTE)

BOLOGNESI DEL NERO (VAIO)

BOLOGNINI (RUOTE)

BOLSI (UNICORNO)

BOMBAGLINI (LION NERO)

BOMBARDINI (LION BIANCO)

BOMBONI (LION D’ORO)

BUONACCORSI (DRAGO S. GIOVANNI)

BONAGUISI (DRAGO S. GIOVANNI)

BONANNI (LION D’ORO)

BONAZZINI (CARRO – RUOTE)

BONCIANI (VIPERA)

BONCIANI DELLE RUOTE (RUOTE)

BONCINELLI (UNICORNO)

BONDUCCI (BUE)

BONECHY *

BONELLI (LION D’ORO)

BONETTI (LION D’ORO)

BONFINI *

BONGI (SCALA)

BONGINI (LION NERO)

BONI (DRAGO S. GIOVANNI)

BONINI (LION D’ORO – VAIO)

BONINSEGNI (LION BIANCO)

BONOTTI UGOLINI (DRAGO S. SPIRITO)

BONSI – **(24 maggio 1751). Giovanni Battista e Francesco di Lorenzo. Ammessi facendo appello all’articolo IX dell’istruzione della legge del 1750, perché nonostante si non potesse dimostrare l’esercizio di una delle pubbliche magistrature maggiori, si contavano cinque generazioni di parentadi nobili, si provò il possesso di sostanze sufficienti al rango nobile 515 [V, 8].

515 I comparenti sono pupilli, si presentano perciò con il consenso dei loro tutori.

BONSI – **(19 luglio 1751). Carlo e fratelli. Ammissione in virtù delle residenze nelle maggiori magistrature pubbliche516 [I, 16].

6 Si inizia la descrizione da Ugolino, scrutinato per risedere per la Maggiore nel 1524, mentre una fede attestava una precedente residenza nel priorato nel 1455.

BONSI SUCCHIELLI – **(19 aprile 1751). Cavaliere Giuseppe e figli. L’ammissione è concessa per l’ingresso per giustizia nell’Ordine stefaniano del 1570 e 1571517 [V, 9].

517 Si attestano anche residenze pubbliche, ma solo per la Minore dal 1471.

BONVECCHIO (1 agosto 2024)*. Conte Claudio e figlio Cavalier Giovanni.

Conte (mpr), Barone di Montaperti (mpr), Nobili di Siena (mf) (D.G.M del 14/1/2021), Don; Nobili di Firenze (mf) (D.G.M. del 9/10/2020), Don; presenze nell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano P.M..

*Decreto Magistrale di ammissione per Giustizia al Cittadinario, Pagina. 36r,  Nobili del Quartiere di San Giovanni (1600-2024), in virtù della lettera patente del 9/19/2020 di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione di grazia del titolo di Nobile di Firenze.

Famiglia originaria del Portogallo attualmente residente a Pavia; la descrizione della Nobiltà del Casato inizia dal Conte Claudio di Bruno di Raffaele senza pregiudizio delle prove di Nobiltà più antiche.

BORGHERINI – **(5 gennaio 1752). Giovanni Vincenzio e Ferdinando. Si descrive alla classe a partire dalla residenza nel priorato del 1531 [VIII, 12].

DEL BORGO – **(25 agosto 1781). Balì Donato e Luigi. Si allega la fede dell’ammissione nell’Ordine stefaniano per fondazione di commenda. La famiglia aveva riseduto solo in magistrature per la Minore dal 1524 (come beneficiati), ma aveva provato la continuità dei parentadi nobili per 200 anni e quindi era stata giudicata ammissibile in virtù dell’articolo IX dell’istruzione della legge per la nobiltà. Si espressero alcune perplessità da parte dei deputati, ma il granduca aveva già dato il proprio parere favorevole per il riconoscimento di questa casata e quindi si soprassedé [VIII, 13].

(DAL BORGO ** CARRO – LION BIANCO?)

BUONVANNI (LION D’ORO)

BOURBON DEL MONTE – **(19 dicembre 1757). Marchese Giovanni Andrea. Già ammessi al patriziato aretino con decreto del 28 febbraio 1757 [XXXIX, 2], alle cui provanze si rimanda518 [XV, 17].

518 Si allega solo l’iscrizione alla Decima fiorentina.

BORCHI (CHIAVI)

DELLA BORDELLA (DRAGO S. GIOVANNI)

BORDONI (FERZA)

BORDONI DEL LION D’ORO (SCALA)

BORGAGNI (VIPERA)

BORGHESI (VIPERA)

BORGHI (BUE – LION BIANCO)

BORGHIGIANI (DRAGO S. SPIRITO – LION NERO)

BORGHIGIANI DELLA FERZA (NICCHIO)

BORGHINI (BUE – LION BIANCO)

BORGIANNI (LION NERO)

BORGIOTTI (LION D’ORO)

DI BORGO (DRAGO S. SPIRITO)

DAL BORGO A BUGGIANO (LION BIANCO)

BORGOGNONI (RUOTE)

BORGOTTINI (LION NERO)

BORRI (LION D’ORO – RUOTE)

BOSCAGLI (DRAGO S. SPIRITO)

BOSCHI (FERZA – LION NERO)

BOSCHI DELLE RUOTE (RUOTE)

BOSCOLI (RUOTE)

BOSELLI (DRAGO S. SPIRITO)

BOSI (BUE – LION BIANCO – SCALA)

BOSI DEL LION BIANCO (LION BIANCO)

BOSSI (CHIAVI – LION D’ORO)

BOSSOLI (LION D’ORO)

BOTTARI (LION D’ORO)

BOTTEGARI (CARRO)

BOTTI (DRAGO S. GIOVANNI – DRAGO S. SPIRITO – NICCHIO)

DEL BOTTI (CHIAVI)

BOTTIGLI (CHIAVI)

BOTTINI (DRAGO S. GIOVANNI – LION D’ORO)

BOUCHARD (FERZA)

BOVARELLI – (23 marzo 1768). Francesco Andrea. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche fin dal 1437 [I, 19].

BOZZAGLI (SCALA)

BOZZOLINI (LION BIANCO)

BRACCESCHI (LION D’ORO)

BRACCESI (UNICORNO)

BRACCI – **(19 luglio 1751). Onofrio di Antonio. La famiglia, sempre riseduta per la Minore, risultava squittinata per la Maggiore nel 1531 con Noferi e descritta alla classe del patriziato da questa data [XII, 19].

BRACCI CAMBINI – **(14 giugno 1751). Giovanni Battista e Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche almeno dal 1515, ma descritti a partire da Giovanni Battista, priore nel 1523519 [XII, 20].

519 Si allega particola del testamento del 1611 di Diamante Cambini, vedova di Raffaello dalla Fonte, in base alle cui disposizioni questa famiglia veniva vincolata ad assumere il cognome Cambini.

BRACCI DELLA FERZA (CARRO)

BRACCINI (BUE – CHIAVI – LION ROSSO)

BRACCINI DALLA GOLPAIA (CARRO)

BRACCINI DEL LION D’ORO (VIPERA)

BRACCINI DELLE STELLE (VAIO)

DEL BRACCIO (VAIO)

BRACCIOLINI (NICCHIO – RUOTE)

BRAMANTI (NICCHIO)

BRAMOR (LION ROSSO)

DEL BRANCA (CHIAVI)

BRANCACCI (DRAGO S. SPIRITO)

BRANCACCINI (LION D’ORO)

BRANCHI (BUE – LION BIANCO – VAIO)

BRANDI (CHIAVI – DRAGO S. GIOVANNI – NICCHIO)

BRANDINI (LION BIANCO – LION D’ORO)

BRANDOLINI – **(27 gennaio 1777). Flaminio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche attestate con un primo priorato nel 1393 e un gonfalonierato nel 1425520 [V, 10].

520 Nel dicembre 1773 si ottiene grazia di potersi presentare all’esame della deputazione, nonostante siano scaduti i termini,. Si ricorre alle deposizioni di alcune persone tra le più distinte della Pieve di S. Stefano e dichiaranti come la famiglia del comparente fosse sempre vissuta civilmente e delle proprie entrate. Si allega inoltre l’elenco di altri godimenti pubblici esercitati e delle proprie sostanze. Tra l’altro, si attesta di aver partecipato al gioco del calcio nella piazza di Santa Croce di Firenze. I deputati però, dietro suggerimento del Rucellai, tennero sospesa la pratica di ammissione in attesa di prove inconfutabili in grado di dimostrare che, nonostante la ristrettezza del patrimonio, i Brandolini non avessero mai praticato Arti deroganti la nobiltà o contratto matrimoni con famiglie plebee.

BRAZZINI (LION ROSSO)

BRESCIANI (CARRO)

DEL BRIA (LION D’ORO)

BRIGIONI (LION D’ORO)

BRIGNOSA (LION D’ORO)

BRIZZELLI (LION NERO)

BRISSON (LION NERO)

BROCCARDI (BUE)

BROCCARDI SCHELMI – **(19 settembre 1768). Documentazione presentata da cinque distinti rami: Giuseppe di Arcangelo, Niccolao e Ascanio, Giuseppe di Francesco, Pier Andrea di Jacopo, Giuseppe di Domenico. Casata originaria della Valdinievole. Dimostra di essere stata annoverata tra le famiglie dei Magnati e dei ghibellini confinati nel 1268. Allega sentenza del Magistrato Supremo pronunciata nel 1745 di «dichiarazione e reassunzione di nobiltà fiorentina» con giudizio in contraddittorio521 [V, 11].

521 Si dichiarano discendenti dall’antica famiglia Schelmi, i cui membri erano stati esiliati da Firenze per motivi politici, condannati come ghibellini e magnati della città, quindi trasferitisi a Montecatini nella Valdinievole. La deputazione avanzò qualche dubbio riguardo alla discendenza genealogica dall’antico casato Schelmi.

BROCCHI (RUOTE)

BROGI (LION ROSSO – NICCHIO – SCALA)

BROGIANI (DRAGO S. GIOVANNI)

BROGIOTTI (LION ROSSO)

BROMANZI (NICCHIO)

BROZZI (UNICORNO)

BRUCALASSI (LION D’ORO)

BRUCIANESI (DRAGO S. SPIRITO)

BRUCK (RUOTE)

BRUCKER (VAIO)

BRUNACCHI (CHIAVI – NICCHIO)

BRUNACCI (CHIAVI – DRAGO S. SPIRITO)

BRUNACCINI – **(9 settembre 1771). Cavaliere Jacopo Giovacchino di Francesco. Famiglia ammessa all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda nel 1693, il 31 dicembre 1751 era stata descritta alla nobiltà in virtù dell’abito cavalleresco. In un secondo momento il comparente, in aumento di quanto già presentato, potendo in virtù di nuovi documenti dimostrare i godimenti dei primi onori della Repubblica di oltre 200 anni, chiedeva la descrizione al patriziato522 [XII, 21-22].

522 La deputazione non dubitava né della discendenza né della continuata nobiltà, ma il dubbio restava sulla qualità dei godimenti e, in particolare, relativamente all’ufficio di pennoniere o alfiere del gonfaloniere. Tra i documenti prodotti per il patriziato, si trovano: l’immatricolazione all’Arte della lana nel 1339, l’elezione a castellano di Bibbiena (compresa in quel tempo nella classe delle castellanie maggiori) nel 1394, l’elezione nel 1431 alla carica di pennoniere dei gonfalonieri, un avo descritto nel 1616 fra i capaci a risiedere tra i consoli dell’Arte del cambio.)

BRUNELLESCHI (DRAGO S. GIOVANNI – LION D’ORO – NICCHIO)

BRUNESCHI (DRAGO S. SPIRITO – NICCHIO)

BRUNETTI (LION D’ORO – LION ROSSO – SCALA)

BRUNI (LION D’ORO – VAIO)

BRUNI DI NERI (DRAGO S. SPIRITO)

DEL BRUNO (CARRO – FERZA – RUOTE)

DEL BRUNO DA CASTELLO (LION BIANCO)

DEL BRUNO DEL DRAGO (S. SPIRITO DRAGO S. SPIRITO)

BRUNORI (RUOTE)

BRUNOZZI (RUOTE)

BRUSCAGLI (LION BIANCO)

BRUSCHELLI (LION D’ORO)

BRUSCHI (NICCHIO)

BRUSCOLI (LION NERO)

BUASSINI (LION BIANCO)

BUCETTI (FERZA – LION NERO – SCALA)

BUCALOSSI (LION BIANCO)

BUCETTI DEL LION NERO (LION NERO)

BUCCIARELLI – (in corso di inserimento). Sua Grazia Duca Danilo, Principe Bucciarelli per concessione di Sua Santità PIO XII, Duca di Pistoia, Diploma Granducale di concessione del Titolo di Patrizio di Firenze concesso da S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana ( 13 Luglio 2015)

BUCHERELLI (LION D’ORO – RUOTE)

BUFALINI (DRAGO S. GIOVANNI – LION D’ORO)

DEL BUGLIAFFA (FERZA)

BUINI (LION NERO – VIPERA)

BUINI – (24 maggio 1751). Cavaliere Andrea. Descrizione a partire dal comparente, ammesso all’Ordine di S. Stefano per giustizia [V, 12]. (BUINI DELLA VIPERA VIPERA?)

BULLERI (LION NERO)

DI BUONACCOLTO (BUE)

 BUONACCORSI – **(17 luglio 1752). Ottaviano e fratelli. Nonostante non avesse mai goduto dell’esercizio delle maggiori magistrature, il casato viene riconosciuto idoneo grazie alle provanze dei parentadi nobili compiute in occasione dell’ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano di un Frescobaldi, che aveva questa famiglia come uno dei suoi quarti523 [XII, 23].

523 Squittinati per risedere per la Minore fin dal 1524, epoca dalla quale si inizia la descrizione.

BUONACCORSI DA MONTOPOLI (LION D’ORO)

BUONACCORSI DA NOFERI (FERZA)

BUONACCORSI PINADORI (LION D’ORO)

BUONACCORSI DA PISTOIA (RUOTE)

BUONACCORSI DA S.GIMIGNANO (SCALA)

BUONAFÈ (CHIAVI)

BUONAGIUNTI (DRAGO S. GIOVANNI)

BUONAIUTI (SCALA – DRAGO S. SPIRITO)

BUONAMICI– (5 settembre 1789). Francesco, famiglia già ammessa all’Ordine stefaniano [LXIV, 2].

BUONAMICI DEL PINO CARRO – (NICCHIO)

BUONANNI (LION NERO)

BUONAPARTE – **(21 marzo 1757). Attilio e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1282. Presenze nell’Ordine di S. Stefano524 [I, 17].

524 Questa famiglia, residente a San Miniato, non fu in grado di provare l’esercizio ininterrotto delle cariche pubbliche. Dichiarò di discendere da antichi cittadini fiorentini della fazione ghibellina e per ciò stesso, esclusa dall’esercizio del potere politico, al pari di quanti dichiarati «grandi e magnati». Ci si appellava quindi all’articolo decimo dell’istruzione della legge del 1750, in base al quale l’esser stata classificata famiglia magnatizia veniva considerato sufficiente per venir esentati dalla prova delle residenze. La deputazione sollevò qualche obiezione quanto alla pretesa di dimostrare l’appartenenza alla fazione ghibellina per il solo fatto che un proprio ascendente, Giovanni di Guido, nel 1282 fosse stato mallevadore per i ghibellini in occasione della pace col cardinale Latino.

BUONAPARTE FRANCHINI – **(19 dicembre 1757). Si presenta ai deputati il capitano Niccolò Buonaparte Franchini, ma domanda l’ascrizione per il figlio Giovanni Filippo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Ammissione all’Ordine di S. Stefano per giustizia come quarto e, ad iniziare da questo momento, descritto alla classe del patriziato525 [I, 18].

525 Il cognome Franchini era stato aggiunto a quello Buonaparte in virtù di un decreto del Magistrato delle Decime del 19 maggio 1751, a seguito di una disposizione testamentaria. Una breve informazione riferisce come i Buonaparte, originari del popolo di san Niccolò d’Oltrarno (gonfalone della Scala), fossero stati banditi da Firenze nel 1268 insieme agli altri ghibellini. Si allega una fede estratta dagli Statuti vecchi della città di San Miniato dalla quale risultava che un progenitore dei comparenti, tale Moccio, fosse riseduto per giustizia nel 1337. Altra fede estratta dai registri pubblici di San Miniato attesta l’inventario dei beni confiscati a Leonardo di Antonio di Moccio, riconosciuto ribelle del comune di Firenze e, per quell’accusa, fatto decapitare. Ci si dichiara discendenti dallo stesso stipite dell’altra famiglia Buonaparte precedentemente ammessa.

BUONACCORSI PERINI – **(19 luglio 1751). Lorenzo e figli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1534. Ammissione di un quarto del comparente all’Ordine stefaniano per giustizia. Si descrive al patriziato appellandosi all’articolo nono della legge e a partire dal primo ascendente descritto alla Decima nel 1534528 [V, 13].

528 La famiglia Buonaccorsi aveva inquartato l’arme e il cognome Perini conformandosi alla volontà testamentaria espressa da Carlo Perini nel 1698. La famiglia risultava squittinata sempre per la Minore. Fedi del godimento del Magistrato dei sedici gonfalonieri di Campiglia.

BUONARROTI – **(17 maggio 1751). Leonardo e figli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1515, ma si descrive a partire dalla data di registrazione alla Decima dei beni familiari, nel 1534529 [V, 14].

529 Residenze nelle pubbliche magistrature civiche attestate dal 1343. (BUONARROTI SIMONI **? LION NERO?

BUONAVENTURI (SCALA)

BUONAVIA (LION D’ORO)

BUONAVOLTI (LION ROSSO)

BUONCRISTIANI (RUOTE)

BUONDELMONTI – **(5 ottobre 1751). Cavaliere Francesco Maria. Si descrivono a partire dallo squittinio per risedere come priori del 1531526 [VIII, 14].

526 La famiglia era stata ammessa al Popolo di Firenze nel 1393 e squittinata per risedere nel 1411.

BUONENUOVE (LION ROSSO)

BUONFANTI (RUOTE)

BUONGIROLAMI (VAIO)

BUONI DEL LION BIANCO (LION BIANCO)

BUONI DELLE RUOTE (LION D’ORO)

BUONINSEGNI (VIPERA)

BUONMANNELLI (LION D’ORO)

BUONMATTEI (NICCHIO)

DEL BUONO LEALI – **(1° marzo 1773). Filippo Saverio e i figli, Tommaso e Paolo di Antonio. Presenze nell’Ordine di S. Stefano. In mancanza del decreto ufficiale della deputazione, si hanno due documenti: nel primo, del Morelli, si riconosce l’idoneità della famiglia in virtù di una sentenza ultracentenaria data in contraddittorio; nell’altro, di Martelli, si dubita della discendenza dei comparenti dal ramo che ricevette la sentenza e si ammettono piuttosto per le loro residenze nelle magistrature pubbliche527 [VIII, 15].

527 Erano infatti nobili cittadini originari di Firenze, ma stabilitisi da lungo tempo a Pisa. Già ammessi nella nobiltà pisana, chiesero l’iscrizione ai registri del patriziato fiorentino facendo riferimento a una sentenza data in contraddittorio del Magistrato Supremo il 24 marzo 1622 (e si riconosceva a un ascendente del comparente la qualifica di nobile cittadino fiorentino come discendente da Paolo del Buono, riseduto nel 1345 gonfaloniere per giustizia di Firenze). Ottengono grazia dei primi di ottobre 1771 per potersi registrare nonostante il ritardo nel presentarsi ai deputati. Patrimonio opulento.

DEL BUONO RINUCCI (NICCHIO – FERZA)

BUONROMEI (VAIO)

BUONSIGNORI (BUE – CHIAVI)

BUONSIGNORI FIRIDOLFI (BUE)

BUONSOLLAZZI (LION D’ORO)

BUONTALENTI * (SCALA – VAIO)

BUONTEMPI (LION BIANCO – LION D’ORO – NICCHIO – SCALA)

BUONTEMPI DA IMOLA (LION D’ORO)

BUONTEMPI DEL NICCHIO (NICCHIO)

BUONVANNI (LION D’ORO)

BUQUET (CHIAVI)

BURALI (LION D’ORO)

BURATTI (SCALA)

BURCI (LION D’ORO)

BURCHI LION ROSSO)

DELLA BURELLA (LION D’ORO)

BURGASSI (LION D’ORO)

BURRONI (LION BIANCO)

BUSATTI (LION NERO)

BUSINI (LION NERO)

BUSSOTTI (LION D’ORO)

BUSSOTTI DEL LION D’ORO (LION D’ORO)

BUSTIGALLI (DRAGO S. SPIRITO)

BUTI (CHIAVI)

BUTI DEL DRAGO (LION BIANCO)

BUTI DEL LION NERO (DRAGO S. SPIRITO)

BUTI DEL (LION ROSSO)