ARRIGHI – (25 luglio 1757). Guglielmo di Giovanni. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)966 [XLIV, 1].
BACCI – (14 luglio 1780). Maria Lucrezia Cancellieri vedova Bacci ed Elisabetta, sua figlia, unica superstite della famiglia, originaria di Chianni. Ottenne grazia di diploma di nobiltà dal granduca Pietro Leopoldo nel 1779967 [XLIV, 2].
967 In mancanza di questo riconoscimento, Elisabetta Bacci non avrebbe potuto unirsi in matrimonio col suo promesso sposo Stefano Gherardi.
BALDASSARINI – (13 luglio 1792). Carlo e fratelli, oltre alle consorti Niccola Maccinelli e Ottavia Amati Galgani Bertelli nei Baldassarini. Originari di Monterotondo, della diocesi di Volterra, avevano rivestito alcune importanti cariche pubbliche. Diploma di nobiltà per grazia di Ferdinando III concesso il 9 luglio 1792 [LXVII, 2 e 3].
BALDASSERINI – (15 dicembre 1755). Marcantonio, luogotenente Pietro, avvocato Niccolò. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche968 [XLIV, 3].
968 Un membro di questa famiglia era avvocato a Livorno. Si sollevarono alcune perplessità sulla nobiltà di questo casato, ma non si ritenne opportuno né conveniente non ammetterlo comunque alla classe nobile volterrana.
CANGINI – (14 luglio 1780). Giuseppe Maria. Già ammesso alla cittadinanza, chiese ed ottenne diploma di grazia di nobiltà dal granduca Pietro Leopoldo nel 1779969 [XLIV, 5 ].
969 Le ragioni che fecero ottenere il diploma furono, principalmente, il possesso di un cospicuo patrimonio e i nobili matrimoni contratti. Il padre del comparente era un «artigiano operante» e ciò parve costituire un notevole motivo di opposizione alla sua descrizione tra la nobiltà da parte dei rappresentanti del Pubblico e dei riformatori volterrani.
CERRI – (19 dicembre 1757). Donato. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)970 [XLIV, 6 ].
970 Residenza nel priorato attestata dal 1514.
DESIDERI – (1° marzo 1773). Liberio e fratelli. Ottennero diploma di nobiltà di Pietro Leopoldo971[XLIV,
7 ].
971 Originari di Populonia, nel principato di Piombino. I rappresentanti del pubblico e riformatori di Volterra si pronunciarono favorevolmente per l’ammissione di questa famiglia alla nobiltà «perché in tal forma resta provveduto alla decadenza che minaccia questa città per la mancanza ed estinzione che si è fatta e si va facendo in essa di famiglie nobili colla sostituzione di altre civili ed opulente». Il comparente infatti allegava documenti attestanti un più che cospicuo patrimonio. Anche in una relazione di Pompeo Neri del 2 settembre 1772 si sottolineavano le prestigiose cariche e dignità militari godute da membri di questa famiglia (l’atavo del comparente, Pietro di Pier Maria, era stato capitano al servizio di Sua Maestà Cattolica; l’avo, Fortunio, era stato maggiore di Carlo VI; Liberio invece era capitano della compagnia dei Carabinieri di Campiglia), come del «rispettabile patrimonio» di oltre settantamila scudi in beni mobili ed immobili.
FALCHI PICCHINESI – (24 dicembre 1759). Cavaliere Diego, già ammesso per commenda nell’Ordine stefaniano, nobile di Cagliari ed abitante in Piombino. Questa famiglia venne ascritta anche al patriziato di Pistoia con decreto del 6 marzo 1793 [XLIV, 8 ].
FRANCESCHINI – (25 luglio 1757). Antonio Nicola, tesoriere della fortezza di Volterra. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)972 [XLIV, 9 ].
972 Giustificò il possesso di un idoneo patrimonio tramite deposizione giurata di quattro gentiluomini.
GALLUZZI – (25 luglio 1757). Antonio. Diploma di aggregazione alla nobiltà volterrana conferito dal granduca Giangastone nel 1734. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)973 [XLIV, 10].
973 Attestato di quattro gentiluomini a conferma del possesso di un patrimonio conforme al suo status.
GIORGI – (24 dicembre 1759). Pietro. La rinuncia si fece effettivamente nel 1756-57. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche974 [XLIV, 11].
974 Il comparente, notaio, si impegnò a rinunciare al suo impiego, sempre che il granduca lo avesse ritenuto necessario.
GIORGI – (9 maggio 1757). Leopoldo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato dal 1699) [XLIV, 12].
MAMMACCINI – (9 maggio 1757). Cosimo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)975 [XLIV, 13].
975 Primo godimento del priorato attestato nel 1598.
MAZZONI – (25 luglio 1757). Antonio. Diploma di aggregazione alla nobiltà volterrana concesso dal granduca Giangastone. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (propostato dei priori) [XLIV, 14].
NERI BADIA – (9 ottobre 1762). Abate Pompeo e fratelli. Fede di ammissione al godimento dei primi onori di Volterra per partito pubblico del 25 gennaio 1724 e successiva approvazione del granduca Giangastone «con deroga a qualsivoglia riforma, legge o disposizione in contrario»976 [XLIV, 15].
976 Sia Pompeo che il padre Giovanni Bonaventura avevano riseduto tra i priori della città, rispettivamente nel 1730 e nel 1729. Si chiedeva anche l’ascrizione alla classe della nobiltà di Firenze. Si allegava la grazia, ottenuta nel maggio 1761, di poter presentare le giustificazioni della propria nobiltà nonostante fossero scaduti i termini.
PINUCCI – (27 gennaio 1777). Leonardo e fratelli, di Gambassi. Ottennero grazia di un diploma di nobiltà da parte del granduca Pietro Leopoldo dell’undici maggio 1775, previa approvazione del vicario e dei riformatori e rappresentanti del pubblico di Volterra977 [XLIV, 16].
977 La famiglia fu comunque vincolata ad assumere il domicilio in città e a pagare le debite tasse alla Comunità. Possedevano circa sessantamila scudi in effetti stabili nel territorio volterrano. Interpellati dalla deputazione, i rappresentanti del Pubblico volterrano avevano accolto favorevolmente l’ipotesi che la famiglia ottenesse l’ammissione della nobiltà cittadina per mezzo del diploma granducale, «in vista specialmente di rimpiazzare quelle famiglie che vanno giornalmente estinguendosi».
RUGGIERI BUZZAGLIA – (25 luglio 1757). Famiglia già ammessa all’Ordine stefaniano e beneficiaria di un baliato [XLIV, 17].
SALVETTI – (9 maggio 1757). Lino e figli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)978 [XLIV, 18].
978 Primo godimento pubblico attestato: priorato nel 1737.
SERMOLLI – (9 maggio 1757). Cavaliere Pietro, già ammesso all’Ordine stefaniano979 [XLIV, 19].
979 Ammessi alla nobiltà volterrana dal 1599, allegavano fedi di godimenti pubblici e priorato dal 1606.
SERMOLLI – (9 maggio 1757). Clemente Pio del capitano Leonardo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche980 [XLIV, 20].
980 Attestano residenza nel priorato dal 1603.
VERZANI – (19 dicembre 1757). Dottor Cristofano Teodoro, lettore di medicina presso lo Studio pisano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)981 [XLIV, 21].
981 Famiglia oriunda di Barga. Fedi dell’Estimo pubblico di Barga. Attestano residenze nel priorato di Volterra negli anni 1736-37.