DELLA BARBA – (9 settembre 1771). Cavaliere Adriano, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano [LVIII, 1].
BENEDETTI – (Non si ha la data del decreto, ma la richiesta fu accolta il 30 agosto 1806). Felice, cavaliere dello Speron d’oro, abito conferitogli da Pio VII. Residenze nelle pubbliche magistrature pesciatine dal 14881097 [LXXV, 5].
1097 La famiglia si era trasferita a Livorno dal XVII secolo per «ragione di mercatura» e distinguendosi «fra i primari negozianti di quella piazza». Si era richiesto anche il patriziato pisano, ma non si riuscì ad attestare sufficientemente la presunta discendenza dall’antica famiglia pisana Benedetti, già estinta.
BERTI – (27 settembre 1773). Francesco Antonio di Matteo. Godimenti in Pescia, priorato a Firenze1098. Ammissione all’Ordine stefaniano come quarto [LVIII, 2].
1098 Ammissione all’Accademia dei Cheti (onore reputato pari al godimento di una delle maggiori magistrature di Pescia). Brevetto di governatore dell’isola del Giglio e altre prestigiose cariche militari.
BERTINI – (1° marzo 1773). Cavalier Annibale. Residenze nelle maggiori magistrature (il priorato dal 1635 e il gonfalonierato dal 1738). Ammissione all’Ordine di S. Stefano per commenda [LVIII, 3].
BUONVICINI – (1° marzo 1773). Pietro Addone. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 4].
CAMPIONI – (27 gennaio 1777). Giovanni Vincenzio. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 5].
CARDINI – (9 settembre 1771). Cavaliere Giuseppe, già ammesso all’Ordine stefaniano come fondatore di commenda [LVIII, 6].
CATTANI – (14 aprile 1793). Damaso di Pietro. Residenza nel gonfalonierato dal 17391099 [LXVIII, 8].
CECCHI – (9 settembre 1771). Cavaliere Stefano e Antonio. Ammissione all’Ordine stefaniano per commenda di padronato [LVIII, 7].
1099 Ammissione al Casino dei nobili, patrimonio idoneo.
CECCHI – (9 settembre 1771). Giovanni Benedetto. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 8].
CECCHI – (27 gennaio 1777). Giovanni Tommaso di Benedetto, dimorante in Uzzano. Ammissione all’Ordine stefaniano come successori di commenda [LVIII, 9].
CECCHI TOLDI – (24 luglio 1793). Antonio Francesco, pupillo, comparve per lui la madre vedova Maria Elena Forti ed il cavalier Vincenzio Puccinelli. L’avo paterno del comparente aveva vestito il manto stefaniano nel 1713 come fondatore di commenda, il padre era stato maggiore delle truppe pontificie [LXVIII, 9].
CECCHINI – (1° marzo 1773). Stefano Ranieri. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LVIII, 10].
CHELI – (1° marzo 1773). Giovanni Domenico. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LVIII, 11].
CHELI – (1° marzo 1773). Atanasio di Filippo. Residenze nelle maggiori magistrature e godimento dei primi onori [LVIII, 12].
CINELLI – (1° marzo 1773). Giovanni Michele e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 13].
CORSINI – (1° marzo 1773). Giorgio e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 14].
FAVINI – (27 gennaio 1777). Lorenzo Cosimo. Residenze nelle maggiori magistrature e godimento dei primi onori [LVIII, 15].
FERRUCCI – (1° marzo 1773). Lorenzo di Bartolomeo. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 16].
FLORI – (9 settembre 1771). Cavaliere Sebastiano. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda (il priorato di San Savinio)1100 [LVIII, 17].
1100 Diploma di nobiltà conferito dal duca di Mantova Ferdinando nel 1695.
FORTI – (9 settembre 1771). Cavaliere Francesco del cavaliere Tiberio. Residenze nelle maggiori magistrature. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda [LVIII, 18].
FORTI – (9 settembre 1771). Cavaliere Antonio Francesco di Michelangiolo. Ammissione all’Ordine stefaniano come fondatore di commenda. Residenze nelle maggiori magistrature [LVIII, 19].
FORTI – (28 luglio 1794). Carlo Guido. Contava nella sua linea un cavaliere stefaniano vestito come successore in una commenda di suo padronato nel 16941101 [LXIX, 3].
1101 Parentadi nobili e nessun esercizio di arti vili o meccaniche deroganti la nobiltà.
GALEFFI-CAPPELLETTI – (9 settembre 1771). Cristofano. Residenze nelle maggiori magistrature1102 [LVIII, 20].
1102 Si avanzarono alcuni dubbi da parte della deputazione.
GALEFFI–CAPPELLETTI – (9 settembre 1771). Filippo Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LVIII, 21].
GALEFFI – (9 settembre 1771). Francesco Maria e Giovanni Battista. Ammissione all’Ordine stefaniano [LVIII, 22].
GALEOTTI – (1° marzo 1773). Antonio Giuliano. Residenze nelle maggiori magistrature1103 [LVIII, 23].
GERINI – (27 gennaio 1777). Giovanni Alessandro di Giulio. Residenze nelle maggiori magistrature e godimento dei primi onori [LVIII, 24].
1103 Diploma conferito dall’arciduca d’Austria Leopoldo nel 1630, ma non se ne tenne conto per fondati dubbi sull’autenticità del documento.
GUSCI – (4 marzo 1765). Avvocato Giovanni Maria. Ottenne grazia di diploma di nobiltà dal granduca nel 1764 [LVIII, 25].
LANDUCCI – (27 settembre 1773). Tenente Vincenzo. Residenze nelle maggiori magistrature1104 [LVIII, 26].
1104 Famiglia originaria di Buggiano, ascritta all’Accademia dei Cheti e al Casino dei nobili.
MAGNANI – (20 gennaio 1804). Giorgio. Diploma di nobiltà di Carlo Lodovico e Maria Luigia per lodevole condotta e savia amministrazione dei propri beni (del 20 ottobre 1803)1105 [LXXIII, 1].
1105 L’ingente patrimonio era stato accumulato grazie a fruttuosi traffici mercantili di carta e sete, come si attestava da numerose fedi di negozianti livornesi. La deputazione aveva appoggiato questa ammissione, nonostante la non completa conformità della famiglia ai requisiti a norma di legge. Così si erano espressi il gonfaloniere e i priori di Pescia:
«passando sotto silenzio l’estrazion loro, la quale siccome deriva da esteri paesi, così ci è affatto ignota, sono essi in grado al presente di trattarsi superiormente a qualsiasi delle nostre case nobili». La ricchezza fu indubbiamente la ragione di questa ammissione. I Magnani possedevano tra l’altro cinque grandi fabbriche di carta dove lavoravano circa ottanta famiglie, mentre i loro traffici avevano raggio internazionale, con Lisbona soprattutto. Giocò a loro favore anche l’imminente matrimonio di uno dei figli del comparente con una figlia di Benedetto Corsi, nobile aretino.
MAINARDI – (1° marzo 1773). Pietro Stefano e famiglia. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 1].
MARINI – (1° marzo 1773). Marino di Cesare. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 2].
MARTELLINI – (1° marzo 1773). Natale Giuseppe. Ammissione al gonfalonierato per motuproprio del 1732 di Giangastone [LIX, 3].
MARTINI – (1° marzo 1773). Vettorio e nipoti1106. Motuproprio di aggregazione alla nobiltà di Pescia e ammissione al gonfalonierato per motuproprio di Giangastone del 1734 [LIX, 4].
MARTINI – (25 settembre 1794). Vincenzio, consigliere e luogotenente generale di Siena. La famiglia era già stata riconosciuta nobile in un motuproprio di Gian Gastone1107 [LXIX, 8].
1107 La famiglia era originaria di Pescia e vi aveva goduto dei primi onori cittadini.
MEI – (27 settembre 1773). Capitano Andrea e fratelli. La famiglia fu riconosciuta idonea all’ascrizione alla nobiltà in virtù del cospicuo patrimonio e delle nobili parentele contratte1108 [LIX, 5].
1108 Non erano mancate perplessità avanzate da parte di alcuni membri della deputazione.
MEI ORSUCCI – (27 gennaio 1777). Giovanni Michele. Ammissione al Casino dei nobili, parentadi nobili [LIX, 6].
MORELLI– (1° marzo 1773). Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 7].
NUCCI – (9 settembre 1771, 18 giugno 1794 alla nobiltà fiorentina e decreto di ammissione al patriziato fiorentino del 29 luglio 1796). Cavalier Bartolomeo. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato). Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda (ma un figlio del comparente venne poi vestito per giustizia per cui l’ammissione al patriziato fiorentino) [LIX, 8].
ORADINI – (9 settembre 1771). Avvocato Giovanni Domenico di Pietro. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 9].
ORLANDI – (1° marzo 1773). Lucenzio di Girolamo. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 10].
ORLANDI CARDINI – (9 settembre 1771). Cavaliere Raffaello, già ammesso all’Ordine di S. Stefano per fondazione commenda di padronato [LIX, 11].
ORSI – (1° marzo 1773). Cammillo di Filippo. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato)1109 [LIX, 12].
1109 Patente del 1731 in cui lo zio del comparente era nominato colonnello di cavalleria di Filippo V di Spagna, in seguito (1744) decorato dal re delle due Sicilie maresciallo di campo degli eserciti reali.
ORSI – (9 settembre 1771). Cavaliere Luigi del cavaliere Giovanni Antonio. Ammissione all’Ordine stefaniano [LIX, 13].
ORSUCCI – (9 settembre 1771). Cavaliere Piero Francesco. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda (baliato di Pietrasanta) [LIX, 14].
PAGNI – (27 settembre 1773). Niccolò di Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature (priorato) [LIX, 16].
PAGNI BORDONI – (1° marzo 1773). Michelangiolo. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 15].
PARIGINI– (1° marzo 1773). Francesco Maria di Giovacchino. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 17].
PESENTI– (1° marzo 1773). Simone e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 18].
PUCCINELLI – (9 settembre 1771). Cavaliere Antonio Francesco. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda di padronato. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 19].
RAFFAELLI – (9 settembre 1771). Sebastiano e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 20].
ROFFIA – (9 settembre 1771). Cavaliere Marc’Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature(gonfalonierato) [LIX, 21].
SANINI BALDASSARRI – (1° marzo 1773). Francesco Ignazio. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 22].
SANNINI – (28 luglio 1760). Pier Francesco. Ottenne grazia granducale di diploma di nobiltà da Vienna, il 21 febbraio 1760 [LIX, 23].
SANTARELLI– (1° marzo 1773). Domenico di Giuseppe. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato, anche se ottenuto in parte irregolarmente) [LIX, 24].
SERPONTI– (1° marzo 1773). Cavaliere Carlo di Filippo. Ammissione all’Ordine stefaniano e membro del Consiglio dei Dodici. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato)1110 [LIX, 25].
1110 Si dimostrava il comune stipite dai marchesi Serponti di Milano.
SIMI – (1° marzo 1773). Cavaliere Francesco e fratelli. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda [LIX, 26].
SIMONI – (1° marzo 1773). Niccolao di Angelo. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LIX, 27].
STURLINI – (11 agosto 1790). Antonio Luigi e fratelli. Chiesero l’ammissione per grazia granducale, credendosi mancanti dei requisiti necessari per essere ascritti per giustizia. In realtà poi si riuscì ad attestare un ascendente che aveva goduto dell’ufficio di priore nel 1750 e ci si appellò perciò all’articolo VIII della legge del 1750 [LXV, 15].
TESTINI – (1° marzo 1773). Pietro Paolo. Residenze nelle maggiori magistrature1111 [LIX, 28].
1111 Imborsazione per il priorato dal 1635 in esecuzione di un ordine granducale; gonfalonierato.
TORRIGIANI – (16 dicembre 1805). Francesco. Diploma di nobiltà (3 ottobre 1805)1112 [LXXIV, 8].
1112 Il comparente è medico e professore di medicina pratica presso l’Università di Pisa e clinico dell’Ospedale. Continuata parentela con famiglie nobili e patrimonio «comodo». Erano stati gli stessi gonfaloniere e priori pesciatini a chiedere la nobiltà per il Torrigiani «allegando per titolo il suo carattere probo ed onesto e che si presta col maggior disinteresse ad assistere i malati poveri».
VANNI – (27 settembre 1773). Niccolò di Pier Lorenzo. Godimento di onori pubblici, ma non del gonfalonierato1113 [LIX, 29].
1113 Ingente patrimonio. Nobiltà dei matrimoni contratti.